Il Parlamento europeo ha dato un primo via libera alla cosiddetta direttiva sulle case green, per l’efficienza energetica degli edifici in tutta Europa. E mentre le prime riunioni tecnicche in vista dell’avvio alla negoziazione informale tra alcuni rappresentanti della Commissione, del Consiglio e del Parlamento europei (procedimento di trilogo), per elaborare la versione definitiva del testo del provvedimento, si sono già svolte, i proprietari immobiliari reagiscono. La nuova ricerca di Changes Unipol, realizzata ed elaborata da Ipsos, ha analizzato le posizioni degli italiani su questo tema e, più in generale, sullo stato dell’arte delle città italiane in materia di sostenibilità ambientale.
L’indagine è stata realizzata presso un campione rappresentativo della popolazione nazionale di età 16-74 anni (oltre 44 milioni di individui) e dei residenti nelle principali Aree Metropolitane (oltre 13 milioni di individui), secondo genere, età, area geografica, ampiezza centro, titolo di studio, tenore di vita, professione e nucleo familiare. Sono state realizzate 1.720 interviste, condotte mediante metodo CAWI (Computer Assisted Web Interviewing: metodologia di raccolta dati che si basa sulla compilazione di un questionario via web).
Per la città di Napoli, due dati significativi, tra gli altri, emergono dall’indagine: ad oggi il 30% degli abitanti dichiara di vivere in un immobile con una classe energetica adeguata alla direttiva UE al 2033 (almeno classe D), ma ben il 57% non è conoscenza della classe energetica della propria abitazione, a testimonianza di come sia opportuno fornire agli italiani un quadro più completo e specifico dello stato del proprio edificio e dei vantaggi derivanti da attività di efficientamento green.
Nei prossimi 12 mesi, nonostante le minori agevolazioni rispetto al passato, il 39% si dice intenzionato a ristrutturare casa. Tra i cittadini italiani, i napoletani sono tra quelli maggiormente intenzionati a procedere con le ristrutturazioni (il 39% dichiara di volerlo fare), pur in presenza di minori agevolazioni, dopo Firenze (48%) e Bari (43%).
Le motivazioni che spingono i partenopei ad effettuare lavori sui propri immobili sono volte (perché si riferisce a motivazioni, no?) principalmente a ridurre l’inquinamento (16%), i costi energetici (9%) e aumentare il valore dell’immobile (9%). Solo il 5% dichiara di volerlo fare per adeguare alla nuova direttiva UE.
La riduzione dei bonus edilizi ha comunque avuto un impatto sulle intenzioni future dei napoletani: quasi 1 cittadino su 5 (19%) ritiene che nei prossimi 12 mesi non effettuerà lavori di efficientamento energetico proprio per questo motivo. Negli ultimi tre anni, solo il 18% dei napoletani ha eseguito ristrutturazioni per efficientamento energetico (p.es. cappotto termico, installazione di pannelli fotovoltaici, di pompe di calore, ecc.) sulla propria abitazione, dato leggermente inferiore alla media nazionale (21%).
Oltre a un focus sull’efficientamento energetico degli edifici, la ricerca Changes Unipol ha esteso l’analisi allo stato dell’arte delle città italiane in materia di sostenibilità ambientale, dalla quale emergono alcuni interessanti aspetti. Per i suoi abitanti, Napoli non raggiunge la sufficienza in tema di sostenibilità green ed efficienza energetica. La ricerca rileva come il giudizio dei partenopei in tema di sostenibilità green ed efficienza energetica di Napoli, relativa alla mobilità e all’efficientamento degli edifici, sia il più severo tra tutte le città della penisola e non raggiunga la sufficienza (4,8 il voto medio su una scala da 1 a 10). Solo il 7% esprime una valutazione molto positiva (voto da 8 in su) sul tema, mentre il 59% dei napoletani dà un giudizio molto critico, la percentuale più alta tra le città italiane.
Spicca in negativo anche il dato sulla presenza di colonnine di ricarica: soltanto il 36% dei napoletani dichiara di avere a disposizione una colonnina di ricarica per veicoli elettrici entro 2 km dalla propria abitazione o luogo di lavoro/studio. Si tratta del dato più basso tra le città italiane, a fronte di una media nazionale del 49%.
Solo il 15% di chi abita a Napoli è molto soddisfatto della qualità dell’aria. Forte scontento per la mancanza di aree verdi Il 43% dei cittadini è molto insoddisfatto della qualità dell’aria (a livello nazionale è il 33%), attribuendo un voto medio di 5,5. Napoli è la quarta città per insoddisfazione della qualità dell’aria dopo Roma, Milano e Torino.
Lo studio evidenzia, inoltre, come nell’area metropolitana di Napoli uno su tre (33%) percepisce che ci sia stato un peggioramento nella qualità dell’aria negli ultimi 2 anni, a fronte soltanto di un 10% che percepisce un miglioramento. Tra le maggiori città italiane, inoltre, Napoli è la città che manifesta il maggior scontento sulla quantità di aree verdi urbane: il 52% si dice fortemente insoddisfatto su questo aspetto, quasi il doppio della media nazionale (28%), a fronte di un solo 11% che apprezza la situazione cittadina in termini di parchi, zone alberate e giardini.
Più di 7 cittadini su 10 sono favorevoli ad un incremento delle aree pedonali L’osservatorio non si limita ad analizzare lo stato dell’arte, ma esamina anche quali, secondo gli intervistati, siano le soluzioni da implementare per migliorare la sostenibilità green delle città. A Napoli, più di 7 abitanti su 10 (il 72%) sono favorevoli ad un incremento delle aree pedonali, percentuale superiore alla media nazionale (69%). A Napoli l’ipotesi di una «città a 30km/h» riscontra il più ampio successo tra le città italiane: favorevoli il 66%, contrari il 33%. Dai dati emerge come, a livello nazionale, l’ipotesi di introdurre il limite di velocità a 30 km/h («città a 30km/h») risulti molto divisiva e spacchi quasi a metà la popolazione, registrando comunque più favorevoli (53%) che contrari (39%) il totale fa 92%… l’8% è indifferente? .
A livello territoriale, invece, le città più propense al progetto sono quelle del Sud e, in particolare, Napoli è al primo posto con 2 cittadini su 3 (66%) che si dichiarano favorevoli. Le preoccupazioni di chi si dice molto o abbastanza contrario (23% non è 33%?) sono legate alle maggiori complicazioni e problemi che benefici della norma, a un aumento dell’inquinamento e al rallentamento negli spostamenti, con conseguenti complessità diffuse. I napoletani, per il prossimo futuro, sono maggiormente orientati (58%) a privilegiare gli spostamenti in auto a scapito della mobilità leggera e sostenibile. Nonostante il giudizio negativo in tema di qualità dell’aria, in riferimento al prossimo futuro gli abitanti della città di Napoli rivelano un maggior orientamento a privilegiare le esigenze dei singoli cittadini nella mobilità (58%), facilitando gli spostamenti in auto per esigenze lavorative, di studio o personali, a scapito della mobilità leggera e sostenibile (42%), replicando in questo caso fedelmente la media nazionale. Negli ultimi 2-3 anni, però, si è incrementato l’uso dei mezzi in condivisione e, in particolare, i napoletani hanno fatto registrare un incremento della percentuale di utilizzatori di bike sharing con bici elettriche o a pedalata assistita pari al 10% (dato più alto d’Italia), oltre ad un incremento del 6% nella quota di utilizzatori di car sharing con auto tradizionali. In ribasso invece (-5%) la quota di coloro che usufruiscono di servizi di scooter sharing con scooter elettrici.