Dettato dalle esigenze del mercato, e finalizzato a far decollare uno strumento mai partito nel capoluogo lombardo il nuovo accordo riassume semplicità, economicità reciproca e si propone quindi la soluzione alle richieste che da ogni parte provengono: proprietari che potranno prendere in considerazione l’applicazione di canoni più ragionevoli, inquilini che non saranno più costretti a contratti solo a libero mercato ed agenzie immobiliari che inizieranno a proporre tale alternativa come valida per entrambe le parti.
L’accordo in sintesi:
– Città divisa in 4 zone invece delle 12 precedenti;
– Canoni che oscillano da 5 a 37 euro mq/mese a seconda della zona e della sub-fascia di riferimento;
– 24 elementi di valutazione dell’immobile per l’inserimento in una delle 3 sub-fasce;
– premialità o riduzione a seconda della classe energetica di appartenenza;
– aumento possibile in base alla lunghezza dei contratti.
Contratti che continueranno ad essere, in base alla normativa vigente, rivolti a studenti fuori sede, transitori e 3+2 aumentabile nel minimo.
Protocollato l’accordo presso le sedi istituzionali, ora è possibile per proprietari ed inquilini utilizzare il nuovo accordo per affittare una casa.
L’accordo siglato è il frutto di una approfondita riflessione che ha preso in considerazione la storia e l’evoluzione della Legge 431 e del canone concordato, il fabbisogno abitativo del capoluogo lombardo ed i risultati fino ad oggi conseguiti, sia territorialmente sia a livello nazionale.
La presa d’atto dell’insuccesso sempre fatto registrare nella città di Milano, se paragonato invece ai soddisfacenti risultati conseguiti in moltissime altre città, sia più grandi che più piccole, ha posto la necessità di un più approfondito e responsabile impegno di analisi del mercato.
Lasciando da parte ideologie controproducenti e facendo tesoro degli esempi di successo che dalla Capitale ai piccoli capoluoghi di provincia hanno fatto registrare grandi consensi, ci si è invece concentrati su un unico obiettivo: quello di poter offrire soluzioni abitative a condizioni di soddisfazione per chi da una parte affitta e chi, famiglie, studenti e lavoratori, dall’altra parte necessita di una casa in affitto.
Le passate prese di posizione che solo superficialmente potevano far pensare ad una grande tutela dell’inquilinato, si sono tradotte nel concreto in un boomerang che ha portato il mercato e gli operatori ad ignorare il mercato agevolato, orientandoli da una parte al mercato libero, dall’altra, alla conversione degli immobili ad uso abitativo verso i cosiddetti affitti brevi rivolti prevalentemente ad un mercato turistico.
Abbiamo quindi dapprima cercato un coinvolgimento unanime che, rimasto perlopiù inascoltato, non ci ha comunque impedito di cercare una soluzione che potesse mettere d’accordo proprietari, inquilini e mercato. Un interesse non certo inconciliabile visti gli egregi risultati conseguiti nella maggior parte dei capoluoghi italiani.
I successi conseguiti altrove sono stati proprio il punto di partenza affinché il nuovo accordo possa trovare una concreta applicazione e quindi contribuire a rivitalizzare anche il mercato milanese che da troppo tempo ne ha bisogno e chiede a gran voce soluzioni percorribili.
Abbiamo in questo modo dimostrato che le parti sociali possono dialogare, raggiungere accordi dignitosi e trovare un punto d’incontro anche a Milano, capitale economica del paese, ma finora fanalino di coda nell’offerta di abitazioni a canone agevolato.
Lasciando fuori dalla porta la demagogia, ma prendendo in considerazione la convenienza economica degli uni e degli altri, analizzando i fattori di successo degli accordi che hanno funzionato ed eliminando le cause dei fallimentari accordi precedenti, siamo riusciti a definire una proposta condivisa che sarà il mercato a giudicare e decidere se può rappresentare un momento di svolta positiva. Noi siamo convinti di si, perché nasce dall’ascolto delle esigenze, va incontro alle parti, si propone di essere comprensibile, utile ed in grado di uscire da quel tunnel senza fine in cui i precedenti accordi si erano radicati.
Porre un canone di mercato agevolato al 60% in meno di quello di mercato non significa agevolare l’inquilino ma punirlo e costringerlo ad un canone libero. Mettere nelle condizioni un proprietario di affittare a valori “da poter prendere in considerazione”, può portarlo invece a rivedere una scelta che aveva ostracizzato e che gli operatori avevano tolto dai loro servizi.
In conclusione le Parti sociali firmatarie auspicano che gli sforzi compiuti con obiettivo primario quello di rilanciare il mercato delle locazioni a canone agevolato, possa essere considerato un punto di ripartenza, al servizio di una città che necessita di soluzioni urgenti e drammaticamente sotto gli occhi di tutti.
L’obiettivo primario non vuole essere quello di un accordo separato in contrapposizione a quello attuale, ma la volontà di sensibilizzare anche le altre parti sociali ad uscire da un oblio durato troppo tempo.
Prendere atto che ciò che esiste è insoddisfacente e proporre un’alternativa che va nella direzione del mercato non può che essere, a nostro avviso, la strada da percorrere per coniugare le esigenze di proprietari e conduttori.
Auspichiamo che l’accordo proposto venga interpretato quindi come uno strumento condiviso, che possa ottenere un ampio consenso e che, superando logiche di parte e senza preclusioni, possa essere valutato sui risultati ed i benefici che sarà in grado di produrre, anche adottando in itinere correttivi e migliorie che potrebbero ritenersi necessari in funzione dei rapidi cambiamenti e dell’evolversi del contesto economico-sociale.
Comunicato Stampa