Quanto può impattare l’Intelligenza Artificiale nella vita dei condomini? Se ne è parlato il pomeriggio di venerdì 22 marzo durante il convegno “Formazione e consulenza immobiliare nell’era dell’Intelligenza Artificiale” presso la sala ISMA (Istituti di Santa Maria in Aquiro) del Senato della Repubblica a Roma.
L’appuntamento, su iniziativa del Senatore Filippo Sensi e moderato da Adriana Apicella, ha firmato la V edizione del REMF – Real Estate Management Forum – il format, ideato da Francesco Di Castri Amministratore Delegato di Sinteg Servizi Immobiliari integrati, che, nel corso degli anni, ha focalizzato la sua attenzione sui punti essenziali del percorso evolutivo dell’amministratore immobiliare con una prospettiva da sempre orientata verso il futuro.
“L’Intelligenza artificiale è già parte, seppur in dosi più o meno diverse, della nostra quotidianità – ha affermato Di Castri -. Si parla molto della trasformazione, se non della sparizione, di numerose attività professionali nell’arco di pochi anni. Come sopravvivere? E come evitare di aumentare la percentuale dei disoccupati? Puntando il tutto su un fattore che l’intelligenza artificiale, per quanto evoluta, non avrà mai: la sensibilità umana. Dato, questo, confermato anche dal nuovo sondaggio, avviato da Sinteg nel mese di marzo con diffusione dei risultati il 24 maggio prossimo, su un campione rappresentativo della popolazione italiana, in particolar modo del mondo condominiale che, non dimentichiamolo, è costituito da oltre 30 milioni di condomini. A vincere è il livello di empatia che le persone ancora oggi chiedono. Va bene la tecnologia, va bene la precisione del dato, va bene l’individuazione rapida (con relativa risoluzione) del problema. Ma le persone, e quindi i condomini, cercano e cercheranno sempre il valore umano espresso attraverso il contatto interpersonale. Indubbiamente lo scenario racconta altro, ovvero che la tecnologia si evolverà sempre più e quindi il confine tra uomo e umanoide sarà sempre più labile. Ma è questa la vera sfida ed è qui che bisogna alzare l’asticella. Sarà la massima attenzione alla cura dei dati e delle persone a fare la differenza. Per cui se da una parte ci saranno gli umanoidi (o comunque la tecnologia) ad occuparsi di svolgere alla perfezione servizi automatizzati e automatizzabili, dall’altra l’essere umano, e nello specifico l’amministratore immobiliare, potrà occuparsi del rapporto empatico con il suo cliente, ovvero il condomino”.
E inoltre se è pur vero che, a causa dell’Intelligenza artificiale, facendo riferimento ad un campione di 100 professioni, l’1% è destinato a sparire, è anche vero che sempre considerando lo stesso campione, sono l’1,6% le professioni destinate a nascere – ha evidenziato nel suo intervento il Presidente di CONFASSOCIAZIONI Angelo Deiana -. “Ciò che muore nella professione sono i processi di routine mentre le soft skill non solo restano ma sono gli strumenti ideali per primeggiare contro l’intelligenza artificiale. Immaginiamo un mondo dove l’hardware è rappresentato dall’AI e il software dagli amministratori che, avendo più tempo a disposizione, possono risolvere questioni altamente complesse”.
Una realtà, questa, indicata anche durante gli interventi accademici, firmati Università di Firenze, del prof. Vincenzo Vespri che nel delineare lo scenario futuro, ha affermato che “non esiste competizione, sul profilo linguistico cerebrale, tra AI e uomo fin quando il nostro emisfero destro, quello della creatività, è salvo”. E del ricercatore Giacomo Russo che con il suo progetto di ricerca in ambito condominiale ha dimostrato quanto sia “importante optare per un’intelligenza ibrida, costituita cioè dal giusto compromesso tra creatività umana e razionalità tecnologica”.
“Resta di fondamentale importanza tutelare la privacy” come ha evidenziato l’avvocato Carlo Pikler nel suo intervento focalizzato sulla recente approvazione dell’AI Act (la legge sull’intelligenza artificiale) da parte del Parlamento Europeo (cui seguiranno altri step per la sua entrata in vigore) e sui rischi che dobbiamo saper gestire.
E quindi, come ha sottolineato l’esperto di Cybersecurity, Manuel De Stefano avere una conoscenza adeguata così da non cadere nelle insidie della tecnologia in rete, ma mantenere vigile “la connessione umana”.
Di intelligenza ibrida e di creatività ha parlato anche Marcello Incerti che con una simulazione in sala ha dimostrato come, con i giusti comandi, il bot Olivia svolge, in maniera efficace ed efficiente, tutta una serie di operazioni che se gestite dall’uomo hanno bisogno di un monte ore molto più elevato.
O come ha evidenziato Giuseppe Solito, l’uso dell’AI permette di evidenziare falle e gap nel processo lavorativo, o, come in questo caso, nell’immobile. La sfida più grande? Quella di stare bene, come ha dichiarato Paolo Traverso. Perché se è vero che l’AI permette di liberare tempo è anche vero che quello stesso tempo deve essere ben utilizzato. E così all’intelligenza ibrida si affianca l’intelligenza emozionale e l’intelligenza relazionale così da creare valore per sé stessi e per gli altri.
A cura di Adriana Apicella