La Tari, ovvero la tassa sui rifiuti, è un balzello municipale. Il suo pagamento è necessario per sostenere il costo della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Si tratta di una tassa che deva pagare chi occupa, a qualsiasi titolo, un immobile. Nel caso di immobile non abitato e non locato, la tassa è dovuta da chi ne detiene il diritto di proprietà.
La Tari, infatti, deve essere pagata anche per gli immobili che risultano non abitati. Questo perché non è subordinata alla produzione di rifiuti, ma alla possibilità di poterli produrre.
Il bonus Tari, che permette di usufruire della riduzione o dell’esenzione della tassa, è stato previsto anche per il 2024. È un’agevolazione introdotta decreto Fiscale 2020. Ma si tratta di un beneficio previsto solo sulla carta visto, che è demandata alla discrezionalità dei singoli Comuni.
Con il bonus idrico e il bonus luce e gas, anche lo sconto Tari rientra nel bonus sociale per i nuclei familiari con Isee basso.
Si tratta di uno sconto che viene applicato in automatico alle famiglie che rientrano in determinati requisiti reddituali.
L’articolo 57bis Decreto Fiscale 2020 prevede: “Introduzione del bonus sociale per i rifiuti e automatismo del bonus per energia elettrica, gas e servizio idrico”. Dal 2021, a differenza di quello che accadeva negli anni precedenti, quindi, il bonus sociale è riconosciuto in automatico agli aventi diritto che hanno un Isee in corso di validità.
I requisiti per il Bonus Tari sono gli stessi del bonus luce, gas e acqua, ovvero:
– nuclei familiari con Isee che non supera gli 9.530 euro;
– nuclei familiari numerosi con Isee che non supera i 20.000 euro.
I Comuni, però, non sono obbligati a riconoscere il bonus Tari ai propri cittadini. L’agevolazione sulla tassa rifiuti è a discrezione del Comune perché, se da una parte c’è una norma nazionale che ha lanciato il beneficio, dall’altra non è stato mai emanato un decreto attuativo che ne detti regole e funzionamento.
Il bonus Tari, dunque, di fatto esiste solo sulla carta.
Quindi, anche per il 2024 come per gli anni scorsi, saranno i singoli enti locali a decidere se applicare o meno dello sconto.