Il Consiglio dei ministri ha varato il Disegno di Legge Delega di Riforma del Fisco, avviando un percorso che entro 24 mesi dovrà portare all’approvazione dei decreti attuativi di modifica del sistema di tassazione.
La riforma approvata lo scorso 17 marzo da Palazzo Chigi prevede un intervento di riduzione e razionalizzazione di tutti i tributi a partire dall’Irpef, che già con la Legge di Bilancio dell’anno prossimo scenderà da quattro a tre aliquote.
La riduzione del prelievo fiscale sarà accompagnata anche da un taglio alle spese fiscali e dall’ampliamento della no tax area dei dipendenti, che sarà allineata a quella da 8.500 euro dei pensionati.
Il Disegno di Legge Delega di Riforma del Fisco
Con il varo del Disegno di Legge Delega di Riforma del Fisco, il Consiglio dei ministri ha avviato un percorso che entro 24 mesi dovrà portare all’approvazione dei decreti attuativi di modifica del sistema di tassazione.
La novità più significativa è il passaggio da 4 a 3 aliquote Irpef, gli obiettivi dichiarati sono la riduzione del carico fiscale sui redditi dei dipendenti e l’introduzione della possibilità di aderire al regime di flat tax per tutti.
La riforma, scrive in una nota il Mef, “riscrive l’attuale sistema tributario varato negli anni 70” e garantisce “l’equità orizzontale, attraverso la riduzione della pressione fiscale, passando da 4 a 3 aliquote e con l’obiettivo della flat tax per tutti”.
Il testo è stato pensato per semplificare e ridurre la pressione fiscale, favorire investimenti e assunzioni e instaurare un rapporto tra contribuenti e amministrazione finanziaria nella logica di un dialogo tra le parti, secondo le esigenze di cittadini e imprese.
Il testo punta anche a garantire la razionalizzazione e semplificazione dell’intero sistema Irpef (redditi agrari, fabbricati, finanziari, da lavoro dipendente, autonomo, d’impresa e diversi).
“Con il nuovo fisco, vicino alle esigenze dei contribuenti e attrattivo per le aziende, delineiamo una nuova idea di Italia”, ha affermato il premier Giorgia Meloni. “La riforma contiene una visione complessiva e programmatica – ha proseguito – che premia la lealtà e la responsabilità del contribuente, gettando le basi per un nuovo rapporto di fiducia con il fisco. Grazie alla Riforma del sistema fiscale abbassiamo le tasse, aumentiamo la crescita e l’equità, favoriamo occupazione e investimenti”.
Con il via libera del Consiglio dei ministri sia al Disegno di Legge Delega, che ridefinisce il sistema fiscale italiano, sia al Disegno di Legge di attuazione dell’Autonomia Differenziata, l’esecutivo fissa alcuni paletti che nelle intenzioni delle forze di maggioranza dovrebbero connotare la legislatura.
La Riforma Tributaria, composta da 20 articoli, è radicale. La stessa premier Meloni, infatti, non esita a definirla come una vera e propria svolta per l’Italia: “È una riforma epocale, strutturale e organica: una rivoluzione attesa da cinquant’anni con importanti novità a favore di cittadini, famiglie e imprese”.
Gli obiettivi della riforma
L’obiettivo principale del Governo è trasformare l’attuale regime di tassazione e introdurre la flat tax per tutti (autonomi, dipendenti e pensionati) entro il termine della legislatura.
Prima di arrivare a un’unica aliquota di prelievo sull’imponibile delle persone fisiche sarà necessaria una fase transitoria. Dal prossimo anno il Governo si propone, quindi, di ridurre da 4 a 3 le aliquote Irpef. Contestualmente dovrebbe avverarsi l’estensione della flat tax incrementale ai lavoratori dipendenti, ricalcando così il meccanismo della Legge di Bilancio che prevede un’aliquota unica incrementale al 15% per i redditi in più dichiarati dai lavoratori autonomi. Una volta che la riforma sarà a regime la flat tax scatterà per tutti. Al momento non è noto a quanto ammonterà l’aliquota unica: è una delle tante questioni da definire attraverso i decreti attuativi che il Governo dovrà emanare.
La definizione di un fisco meno aggressivo agli occhi dei contribuenti è uno dei focus sui quali ha maggiormente lavorato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, tanto che da via XX Settembre fanno notare: “Con l’istituzione del concordato preventivo biennale e il rafforzamento dell’adempimento collaborativo si riscrivono le regole della lotta all’evasione fiscale, che diventa preventiva e non più repressiva”.
La delega prevede anche la revisione delle tante detrazioni, deduzioni e sgravi che caratterizzano l’attuale sistema tributario e che comprende un totale di oltre 600 voci.
Per le imprese si punta alla riduzione dell’attuale aliquota Ires per chi effettua investimenti o assume.
Nel pacchetto di interventi figura la graduale eliminazione dell’Irap.
Nell’ottica di un fisco più dialogante, la delega introduce lo stop all’invio delle comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate nei mesi di agosto e di dicembre e un accesso semplificato a forme di rateizzazione a 120 rate.
Nel testo approvato a Palazzo Chigi non figurano, invece, i due articoli relativi ai tributi locali e ai tributi regionali funzionali alla piena attuazione del federalismo fiscale: sono stati stralciati perché dovranno preventivamente essere discussi in Conferenza-Stato Regioni.