Nell’ultimo anno 4 milioni di italiani hanno subito una truffa o di un tentativo di truffa nell’ambito delle bollette luce e gas, con un danno economico stimato che supera 1,2 miliardi di euro. Numeri sconcertanti, che sono emersi dall’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat. Proprio dall’esame di questi dati è nato il progetto “Stop alle Truffe”, presentato nei giorni scorsi presso la sala conferenze stampa della Camera dei deputati. Attraverso il sito www.stopalletruffe.it, i consumatori potranno trovare strumenti concreti per riconoscere i rischi ed evitare di cadere in trappola quando si è alle prese con il cambio di un fornitore luce e gas: articoli, video, guide, podcast e approfondimenti che spiegano agli utenti come individuare i segnali di pericolo e intervenire prima che sia troppo tardi.
“Complici l’aumento dei prezzi e la voglia di risparmiare, sono sempre più frequenti i tentativi di truffa ai danni delle famiglie in ambito luce e gas. Pertanto, insieme a Consumerismo No Profit, abbiamo voluto lanciare questo progetto che ha l’obiettivo di educare i consumatori e dare loro consigli concreti su come riconoscere e prevenire le truffe e, nel caso se ne sia già finiti vittima, denunciare l’accaduto e rimediare alla frode subita”, spiega Mario Rasimelli, managing director Luce e Gas di Facile.it.
L’indagine ha messo in evidenza che, all’interno delle principali voci di spesa familiare, le bollette luce e gas rappresentano il settore più colpito dai criminali. Lo strumento utilizzato per raggiungere le vittime è il telefono, oppure il porta a porta: il finto call center è il sistema più utilizzato per questo genere di frodi, con una percentuale che in un anno è passata dal 44% al 53%;, mentre in un caso su cinque il truffatore ha bussato direttamente alla porta di casa della vittima (21%). Non mancano le frodi via web, e infatti, sempre secondo l’indagine, il 34% delle vittime è stato raggirato tramite una falsa e-mail e il 14% attraverso un finto sito web. In calo, invece, l’utilizzo delle App di messaggistica istantanea e dei social network, che comunque rappresentano gli strumenti attraverso i quali sono stati truffati, rispettivamente, il 5% e il 4% dei rispondenti.
“Spesso basta davvero poco per non cadere in trappola. Le modalità con cui i truffatori cercano di raggirare le vittime sono sempre le stesse. Pertanto, una volta individuati gli schemi ricorrenti, diventa semplice far scattare un campanello d’allarme prima che sia troppo tardi”, spiega Luigi Gabriele, Presidente di Consumerismo No Profit.
Per quanto riguarda il profilo di chi è stato truffato o ha subito un tentativo di frode, la categoria prediletta è rappresentata da persone con età compresa tra i 35 e i 44 anni, con un titolo di studio universitario. Suddividendo il campione su base territoriale, emerge che se nella precedente rilevazione l’area più colpita dai truffatori era il Nord Est, quest’anno il triste primato spetta al Nord Ovest.
Quasi 6 vittime su 10 hanno dichiarato di non aver denunciato l’accaduto (58%), percentuale pari ad oltre 2,3 milioni di individui. Dietro alla scelta di non denunciare ci sono spesso ragioni legate all’importo della singola truffa, per il 35%, mentre il 25% perché era certo che non avrebbe comunque recuperato quanto perso. Sempre più numerose le vittime che non denunciano la frode per ragioni psicologiche: il 19% perché “si sentiva ingenuo per esserci cascato”, mentre il 10% perché “non voleva che i familiari lo scoprissero”.
“Quando si cade in trappola non bisogna vergognarsi. Anzi, è fondamentale denunciare l’accaduto alle autorità, anche nel caso in cui il danno subìto sia contenuto», hanno dichiarato gli organizzatori dell’iniziativa. Hanno precisato: “La denuncia non solo può aiutare le vittime a recuperare i soldi persi, ma è anche un modo per fermare le truffe”.