Italia Solare condivide la necessità di approntare misure in grado di garantire l’immediata riduzione delle bollette di energia elettrica e gas naturale, che stanno minacciando la competitività del tessuto industriale e il benessere delle famiglie nel nostro Paese. Tuttavia, si chiede se siano stati fatti dei calcoli in merito a quante risorse economiche siano necessarie.
“Solo una volta che sono stati fatti calcoli precisi si può capire la strategia da adottare e come intervenire. Se servono 20 o 30 miliardi non si può perdere tempo a parlare di extraprofitti, ma è necessario prevedere un fondo straordinario di supporto a famiglie e imprese per sopravvivere nel 2022 e in parallelo adottare un piano efficace per svincolarsi dal gas”, commenta Paolo Rocco Viscontini Presidente di Italia Solare.
Le parole espresse dal Ministro Cingolani durante la sua audizione in Senato non aiutano a capire le intenzioni del governo e rischiano di generare molti malintesi. La partita è così grave e urgente da richiedere massima condivisione, trasparenza e chiarezza, oltre a un rigore tecnico imprescindibile.
“A nostro giudizio – sostiene l’associazione – in nessun modo si dovrebbe ricorrere a interventi tali da alterare il funzionamento del mercato e soprattutto i rapporti tra i soggetti dell’intera filiera. In particolare, nel caso dell’energia elettrica, non riteniamo possibile l’introduzione o il rafforzamento di forme di ritiro amministrato dell’energia a opera di soggetti istituzionali, che dovrebbero semmai essere incaricati di fornire opportune garanzie agli operatori di settore a sostegno dell’efficiente funzionamento del mercato”.
Italia Solare ribadisce la propria posizione, già espressa nella lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Mario Draghi a fine anno: gli operatori del fotovoltaico sono disponibili a fare la loro parte, ma solo ed esclusivamente mettendo un limite massimo ai prezzi di vendita dell’energia sul mercato e non toccando in alcun modo le tariffe incentivanti dei conti energia, se e solo se i soldi trattenuti verranno restituiti in modalità da concordare e se tutti partecipano allo sforzo, a cominciare da chi produce e vende i combustibili fossili, per arrivare ai concessionari che devono abbassare i loro guadagni.
“È arrivato il momento di intaccare i sussidi ai combustibili fossili, perché altrimenti ci troviamo al paradosso di andare a toccare chi ha investito nelle rinnovabili, senza intaccare invece il mondo dei fossili che è quello che ci ha portato al disastro in cui ci troviamo. I sussidi alle fossili sono oltre i 10 miliardi di euro all’anno e devono essere urgentemente rivisti”, commenta Rocco Viscontini.
Fondamentale è che ci sia una convocazione delle parti chiamate in causa perché scelte così importanti vengano prese in seguito a un veloce ed efficace confronto con le associazioni più rappresentative del settore.
La proposta di riaprire i giacimenti nazionali è antistorica, miope e certamente non influirà sul prezzo delle bollette – sostiene l’associazione -. Il prezzo del gas in Europa si forma all’hub olandese ed è ormai condizionato dal prezzo asiatico. Il gas estratto in Italia sarebbe una goccia nel mare che automaticamente entrerebbe nel mercato e assumerebbe un valore uguale al resto del gas movimentato (centinaia di miliardi di mc/anno). Abbiamo molti dubbi che la vendita del gas nazionale si svincoli completamente dalle logiche dei prezzi di mercato internazionali a cui siamo indissolubilmente legati. Senza contare che i tempi necessari per riattivare i giacimenti sono molto lunghi, mentre molti GW di rinnovabili, fotovoltaico in testa, possono essere messi in campo in poche settimane o mesi.
ITALIA SOLARE è dell’opinione che sia necessario lavorare a misure di lungo termine, volte a esempio alla promozione dei PPA (Power Purchase Agreement) di energia rinnovabile che sono la soluzione per aiutare da subito i consumatori industriali e residenziali.
Sia dal lato dell’offerta sia della domanda sono giunti segnali inequivocabili di un’ampia disponibilità all’attivazione di contratti di questo tipo, se viene garantito un contesto normativo che riduce gli ostacoli alla loro stipula. In tal senso vale la pena ribadire che andrebbe favorita (o resa obbligatoria) la vendita di energia da parte dei produttori agli operatori del mercato libero, in modo da aumentare al massimo la liquidità dell’offerta.
“È il momento di guardare alle soluzioni concrete ed efficaci già presenti nel nostro Paese, senza andare a cercare tecnologie, come il nucleare, o soluzioni francamente inaccettabili per le tempistiche e i risvolti ambientale ed economici che hanno”, conclude il Presidente di Italia Solare.
FONTE: Comunicato Stampa ITALIA SOLARE