Il Governo avrebbe fino a questo momento stanziato 3,8 miliardi di euro contro il caro bollette. Una cifra insufficiente per far fronte al vertiginoso innalzamento dei prezzi dell’energia elettrica e del gas naturale. Le previsioni degli esperti dicono infatti che i numeri reali saliranno ancora, e che la bolletta del gas crescerà del 50 per cento, mentre quella della luce tra il 17 e il 25 per cento circa.
Per aiutare gli italiani a sostenere il caro bollette, il Governo è intenzionato a riproporre la formula già utilizzata nei mesi scorsi, ovvero limitare l’impatto dei rincari sulle fasce più vulnerabili della popolazione, utilizzando il tetto del reddito per gli aiuti. Probabilmente potrebbe essere ampliata la platea dei destinatari delle agevolazioni attraverso un fondo apposito.
Ma non è certo una misura sufficiente per risolvere il problema, che sta mettendo in ginocchio le industrie energivore, ossia quelle che utilizzano grandi quantità di energia per le loro attività produttive.
Oltre alle misure di aiuto economico alle fasce sociali ed, eventualmente, ai settori economici più in difficoltà, il governo sta pensando anche a una soluzione di lungo termine, strutturale, che potrebbe consistere in una riforma della bolletta stessa, e nello specifico della voce degli oneri di sistema.
Il presidente di ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), Stefano Besseghini, ritiene che per limitare l’impatto economico dell’aumento dei prezzi dell’energia nel primo trimestre del 2022 si potrebbe procedere con una “replica degli interventi” già effettuati dal Governo nei mesi scorsi. La misura avrà però un costo “assai significativo” ma dovrà essere finanziata “adeguatamente, in particolare per le famiglie più vulnerabili”.
Altri esperti del settore ritengono che la situazione di crisi dei prezzi dell’energia – dovuta principalmente all’aumento del costo del gas naturale, utilizzato anche per generare elettricità – potrebbe risolversi una volta conclusa la stagione fredda. Il rischio è però quello di ritrovarsi ad affrontare il medesimo problema il prossimo autunno.
Per risolvere il problema sarebbe necessario intervenire sulle sue cause, riducendo l’esposizione al mercato spot del gas (quello che prevede una compravendita immediata), più volatile, e puntando invece sui contratti a lungo termine, dove i prezzi vengono definiti con chiarezza. Trovare, insomma, un sistema più equilibrato per i consumatori finali, che attraverso legami ai nuovi contratti a lungo termine, riduca la volatilità dei prezzi al consumo ed eviti, in periodi di shortage come l’attuale – che potrebbero però diventare strutturali – di pagare prezzi assurdamente elevati.
C’è anche chi auspica, da parte del governo Draghi, una misura simile a quella decisa in Spagna: attingere ai profitti delle società energetiche, giudicati eccessivi, per procurare risorse da destinare al contenimento dei costi dell’energia per cittadini e imprese, imponendo un limite massimo ai prezzi del gas naturale e abbassando la tassa sull’elettricità.
Tutte ipotesi, per ora. E mentre il Governo decide, le bollette continuano ad aumentare.