“Il Ministero della Cultura, con il Piano dei borghi del PNRR, fa un’operazione che rischia di infilarsi tra l’assurdo e la beffa. A ogni Regione e Provincia autonoma assegna infatti 20 milioni, dicendo di trovare un borgo spopolato da ricostruire. E così c’è chi fa una call, chi lo sceglie dal catalogo dei borghi, chi non sa dove prenderlo, esponendosi al rischio di metter su un meccanismo che produce un ingrato e mille scontenti. 420 milioni per fare 21 ‘borghi dei borghi’, belli e affascinanti, tutti recuperati, finti, che rischiano di diventare resort, villaggio turistico, o preda di qualche multinazionale. Peraltro gli Enti locali, i Comuni, e manco Uncem, non sanno come le Regioni stiano selezionando quel fortunato vincitore. Non è questo il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza che vogliamo. Con milioni e milioni che premiano un fortunato e poi danno quello che rimane a pochi altri. Tantopiù se quel borgo fortunato è il ritaglio di un quartiere urbano, il cento storico di una grande città, il borgo di una reggia o un paese abbandonato e disabitato di Appennini o Alpi, che a vivere non tornerà mai. Perché ci sono sì i soldi, ma manca la comunità. Servono visione e non solo risorse economiche. Se ce ne sono troppe, il rischio di tradurle in lotteria, in corsa al milione, o ai 20 milioni di euro, è forte. L’importante sarebbe almeno, per tutti, conoscere tutte le regole del gioco, senza sprechi e senza sorprese, anche se hai il biglietto vincente del bando assurdo per rifare muri e case in qualche borgo da carta patinata”.
Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.
FONTE: Comunicato Stampa Uncem