Con una sanzione complessiva di oltre due milioni di euro, l’Antitrust ha concluso tre procedimenti, avviati nei confronti di gestori del Servizio idrico integrato, sulla base di numerose segnalazioni pervenute dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, oltre che da diversi consumatori e Associazioni di consumatori. Nel corso delle indagini, si sono svolte anche ispezioni nelle sedi delle imprese interessate, con la collaborazione del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza. I procedimenti hanno tenuto conto anche del parere fornito dall’Authority per l’energia, nell’ambito del protocollo d’intesa con l’Autorità garante della concorrenza e del mercato.
In ciascuna istruttoria, a carico di Acea Ato 2, Gori (Gestione ottimale risorse idriche), Citl (Consorzio idrico terra di lavoro) e congiuntamente Publiservizi, sono emerse varie condotte contrarie al Codice del Consumo nelle diverse fasi del rapporto di utenza. In particolare, nell’accertamento e nella fatturazione dei consumi sono state verificate queste pratiche commerciali scorrette:
* mancata effettuazione delle letture periodiche dei contatori;
* mancata acquisizione delle autoletture comunicate dagli utenti, con conseguente fatturazione sulla base di stime che a volte si sono rivelate errate o eccessivamente elevate ovvero con l’invio di fatture di conguaglio pluriennali di elevata entità;
* mancato rispetto della periodicità di fatturazione, con invio di bollette relative a consumi pluriennali di elevato importo;
* procedure che ponevano sui consumatori gran parte dell’onere di pagamento dell’acqua non consumata effettivamente, a causa di perdite occulte nell’impianto idrico.
Una volta emesse fatture di questo genere, alla scadenza del termine per il pagamento i gestori hanno avviato immediatamente le procedure di morosità, minacciando il distacco dell’utenza. A giudizio dell’Autorità presieduta da Giovanni Pitruzzella, si tratta di condotte connotate non solo da una mancanza di diligenza, ma anche di carattere aggressivo: idonee cioè a determinare nei consumatori un indebito condizionamento; ovvero a ottenere il pagamento di importi non corrispondenti ai consumi effettuati, oppure dovuti ma con modalità e tempistiche diverse, da parte delle imprese sanzionate che operano in regime di monopolio per la fornitura di un bene vitale ed essenziale come l’acqua e dispongono di un’importante leva commerciale come la minaccia di interrompere il servizio.
Gravi inerzie si sono registrate, inoltre, nella fase di gestione dei reclami e delle richieste di prestazione presentati dai consumatori. In molti casi, sono risultate a loro danno una mancata o tardiva gestione, oltre a una formulazione di risposte evasive, non pertinenti o non risolutive rispetto all’oggetto di reclamo, spesso senza che venissero sospese cautelativamente le procedure di riscossione e distacco delle utenze. Tali condotte hanno ostacolato l’esercizio dei diritti contrattuali dei consumatori, condizionandoli attraverso la minaccia del distacco della fornitura in pendenza del reclamo o dell’istanza e costringendoli così al pagamento in forza dell’essenzialità del Servizio idrico integrato.
Nel caso di Gori, risulta poi l’addebito di importi difformi da quelli che gli utenti erano tenuti a versare in relazione alle partite pregresse. A carico di Consorzio idrico terra di lavoro, si rilevano la mancata informazione agli utenti circa il superamento del sistema del cosiddetto “minimo impegnato” – che ha comportato una significativa modifica della precedente articolazione tariffaria – e il ricorso allo strumento dell’ingiunzione fiscale per la riscossione di crediti derivanti dall’erogazione del servizio, non ancora verificati nel loro ammontare.
Tenendo conto delle specificità di ciascuna condotta e della dimensione dei fenomeni accertati, l’Antitrust ha irrogato in dettaglio le seguenti sanzioni:
* ad ACEA, 900mila euro per la prima condotta e 600mila per la seconda, riconoscendo come attenuanti in entrambi i casi le misure proposte per il miglioramento del servizio;
* a Gori, 250mila euro per ciascuna delle due violazioni, riconoscendo per entrambe come attenuanti sia alcune difficoltà gestionali incontrate sia le misure proposte di miglioramento del servizio;
* a Citl, complessivamente 160mila euro per le tre infrazioni, riconoscendo come attenuanti alcune difficoltà gestionali incontrate;
* a Publiservizi 100mila euro per aver preso parte attiva alla seconda condotta.
Le quattro imprese, infine, dovranno comunicare all’Agcm le modifiche apportate per superare le criticità accertate nel corso delle istruttorie.