“Finalmente, dopo 15 anni, il Comune di Roma ha un nuovo accordo territoriale per la stipula dei contratti a canone concordato ai sensi della legge 431/98 e del DM 16/01/2017 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”. A renderlo noto in un comunicato congiunto sono Federproprietà – Arpe – Confappi – Uppi, che ribadiscono come il testo dell’intesa sia stato depositato presso l’Assessorato capitolino al Patrimonio ed alle Politiche Abitative. “Le associazioni della proprietà e degli inquilini hanno lungamente lavorato alla stesura del documento con serietà e senso di responsabilità, in quanto gli effetti di tale pattuizione avranno conseguenze dirette su una gran parte della popolazione di Roma”.
“Con questo nuovo accordo – prosegue il comunicato – si è voluta dare ai romani una normativa in materia di contratti di locazione più aderente alla città nella quale oggi vivono. Si è tenuto infatti conto della modificata situazione topografica della città. Si è voluto, inoltre, dare ai romani uno strumento di più facile consultazione. Si pensi ad esempio che l’individuazione dell’appartenenza del proprio immobile ad una determinata zona della città, alla quale è ovviamente collegato il valore di locazione, sarà possibile per i cittadini utilizzando internet ed accedendo al sito dell’Agenzia delle Entrate ove sono indicate le zone Omi alle quali in tale accordo si fa riferimento“.
“Si è tenuto anche conto – concludono – delle modifiche che il mercato delle locazioni, ed in particolare di quelle abitative ha subito in tutti questi anni, il tutto, ovviamente, con l’auspicio che tale accordo possa contribuire a risolvere, seppur in parte, l’emergenza abitativa romana”.
Dal canto loro, i segretari generali del Sunia di Roma e Lazio, Emiliano Guarneri e del Sicet di Roma e Lazio, Paolo Rigucci, in una nota a margine del confronto con le associazioni della piccola proprietà, esprimono soddisfazione per il risultato raggiunto. “Dopo una lunga trattativa, si è finalmente rinnovato l’accordo per gli affitti a canale concordato riguardante il comune di Roma Capitale – dicono i sindacalisti -. Dal 2004, data dell’ultimo accordo, la città si è profondamente trasformata e il mercato immobiliare romano ha visto un’altalena dei prezzi di locazione, fortemente in rialzo prima della crisi e con un evidente andamento discendente dopo. Il regime del canale concordato, nato per agevolare l’accesso alla locazione nei comuni come Roma, definiti ad “alta tensione abitativa”, aveva bisogno di un restyling completo che tenesse conto, da una parte della trasformazione della città avvenuta in questi anni e dall’altra del dover mantenere i canoni concordati al di sotto del libero mercato, con una attenta lettura delle oltre 200 microzone in cui è suddivisa la città. Una delle maggiori difficoltà incontrate nel corso della trattativa – fanno sapere dai sindacati – è stata proprio l’assenza di dati di riferimento certi sugli andamenti di valutazione dell’accordo del 2004 e del mercato della locazione agevolata, che i vari Osservatori che la legge istituisce avrebbero dovuto produrre, ma che le istituzioni locali non hanno mai attivato. Non aver avuto la disponibilità da parte dell’amministrazione capitolina a riconoscere una ulteriore agevolazione sulla componente Imu comunale, a differenza di molti altri comuni del Lazio e sul territorio nazionale, ha sicuramente reso più complessa la contrattazione. Una eventuale disponibilità in questo senso data a posteriori non potrà avere effetto sul livello dei canoni, ma ci auguriamo lo stesso che il Comune di Roma possa provvedere, perché costituirebbe comunque un incentivo alla stipula di contratti a canone concordato. Il nuovo accordo entrerà in vigore dal prossimo 11 marzo, per dare il tempo anche agli operatori del settore di prendere atto delle nuove modalità con cui procedere”.