Si è concluso con un rinvio post elettorale (come i più maliziosi avevano previsto) il tavolo ministeriale che si è svolto ieri, giovedì 9 maggio, a Roma, convocato dal Sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone. “Una riunione all’insegna della collaborazione e del confronto nell’ottica del riconoscimento della professione di amministratore” ha commentato a caldo l’onorevole.
Principale oggetto dell’incontro, appunto, l’ipotesi di istituire un Registro obbligatorio degli amministratori di condominio: uno strumento ritenuto se non indispensabile, quantomeno molto utile da parte della maggioranza delle associazioni intervenute al dibattito, a fronte di un giudizio non altrettanto positivo espresso da altre rappresentanze del mondo condominiale, seppur in misura minoritaria (si veda Verso il tavolo tecnico degli amministratori, UNAI: “Noi al registro preferiamo l’albo”).
“La nostra priorità – ha affermato Morrone – è quella di riordinare il settore mettendo a sistema la professione dell’amministratore condominiale, prevedendo modifiche e apportando i necessari aggiornamenti alla legge 220/2012. L’obiettivo è, in primo luogo, l’istituzione di un registro telematico degli amministratori professionisti, che non dovrà risultare né un mero onere burocratico per gli amministratori – ma un riconoscimento della loro professionalità – e tanto meno un ulteriore onere economico per i condòmini. Pensiamo, quindi, a una piattaforma snella e funzionale, che serva come garanzia agli utenti, rendendo contestualmente più autorevole l’amministratore professionista oltre a dare ulteriore legittimazione e ruolo istituzionale alla professione”.
Una posizione condivisa, ovviamente, da tutte quelle associazioni che vedono il registro come una positiva innovazione. Tra queste, l’Abiconf del presidente Andrea Tolomelli: “Noi, come peraltro la maggioranza dei presenti all’incontro, abbiamo espresso il nostro parere favorevole all’istituzione di un registro telematico degli amministratori di condominio che si coordini nel sistema associativo con la legge 4/2013. Sono sicuro che, anche il contributo dei più scettici alla proposta, potremmo lavorare per ottenere un ulteriore tassello verso la salvaguardia della professionalità degli amministratori di condominio, abbandonando interessi di parte e puntando viceversa all’interesse collettivo della categoria, che si fonda sul principio del reciproco rispetto”.
Mentre, dunque, sembra tramontare definitivamente l’ipotesi di un Albo professionale degli amministratori di condominio, il prossimo passo verso la sempre più probabile istituzione del registro sarà il nuovo incontro tra le parti, che si prevede possa aver luogo tra giugno e luglio. Nel frattempo, le 38 associazioni di categoria presenti al tavolo tecnico di ieri (in rappresentanza – sulla carta – di circa 25mila amministratori di condominio) sono chiamate ad inviare al Ministero pareri e comunicazioni anche sugli altri temi di maggiore attualità per il comparto.