Italia sempre più terra di amministratori di condominio, ‘wedding planner’, consulenti aziendali e insegnanti di yoga e pilates. Queste categorie, e molte altre di professionisti non iscritti agli Ordini, sono giunti a quota 444.000, con un’impennata tale che, in dodici anni, dal 2008 al 2020, ne ha sancito quasi il raddoppio (+95,5%).
Meno brillante, però, è la performance dei loro guadagni, giacché il reddito globalmente generato “cresce di quasi un terzo in dodici anni, mentre quello pro-capite si sta abbassando ed è di 14.205 euro nel 2020 (-33,8% sul 2008)”. È lo scenario illustrato a Roma da Confcommercio professioni che, nel convegno annuale dedicato allo stato di salute degli iscritti alla Gestione separata dell’Inps, ha evidenziato come il segmento agisca “per la quasi totalità nei servizi di mercato (98,8%)”. E che, se circa la metà (49,4%) svolge attività scientifiche e tecniche ad alta specializzazione, il vero ‘boom’ lo registrano le mansioni svolte nei campi dell’istruzione (+262%), dell’assistenza sociale (147%) e del tempo libero (123%).
Con una battuta, “le vie delle professioni sono infinite”, il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli ne ha evidenziato la molteplicità e le potenzialità, tuttavia, “se sul loro reddito si parla di equo compenso, sul loro riconoscimento si dovrebbe parlare di pari dignità”, e quella del lavoro “passa sempre fortemente dal welfare”, ha scandito.
Un tema, questo, al centro del messaggio del ministro del Lavoro Marina Calderone, secondo cui, insieme alla previdenza, le misure assistenziali richiedono “una risposta tempestiva, al pari degli altri temi che abbiamo iniziato a valutare nel tavolo del lavoro autonomo”, l’iniziativa che ha visto, lunedì e martedì scorsi, i vertici del mondo professionale confrontarsi con la titolare del dicastero.
A fornire un altro stimolo agli autonomi ci ha pensato il professor Alberto Brambilla, esperto della materia pensionistica, convinto che sia importante valutare l’opportunità di aderire a forme previdenziali complementari, che permettono, tra l’altro, la deducibilità dei contributi versati fino a un massimo di 5.164,57 euro.
Numerose, infine, le istanze rivolte alla politica dalla presidente di Confcommercio professioni Anna Rita Fioroni: il Parlamento, ha detto, riprenda la proposta di legge sull’equo compenso con “l’equiparazione tra professionisti ordinistici e non”. E includa questi ultimi nelle misure di sostegno e negli incentivi alla competitività.
Agenzia Ansa