Amministratori di condominio, ingegneri, architetti, geometri: infuria la polemica sull’indennità partite Iva
Per il comparto dell’amministrazione condominiale, ma anche delle tante professioni, tecniche e non (ingegneri, architetti, geometri, avvocati, commercialisti, etc.) che gravitano a vario titolo intorno ai comparti della casa, del condominio e dell’immobiliare, sta destando non poche preoccupazioni la versione definitiva del Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18 (Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19), meglio noto come “Decreto Cura-Italia”, pubblicato nella tarda serata di ieri, martedì 17 marzo, sulla Gazzetta Ufficiale serie generale, n. 70.
Il nodo è quello dell’indennità professionisti (per un ammontare di 600 euro), che:
- innanzitutto relega i titolari di partita Iva iscritti a casse previdenziali private ad una posizione da molti giudicata di “serie B”, dovendosi appoggiare a un Fondo per il Reddito di ultima istanza di appena 300 milioni e le cui modalità di attivazione sono demandate a successivi decreti da emanare da qui a un mese;
- in realtà sta facendo storcere il naso anche ai titolari di partiva Iva iscritti alla gestione separata dell’Inps (attualmente stimati 339mila potenziali beneficiari), per il fatto di essere attualmente in previsione per il solo mese di marzo e non su base mensile fino a fine emergenza, e comunque di fissare un tetto il cui sforamento non è previsto.
Ma vediamo nel dettaglio che cosa prevede, in materia, il Decreto Cura Italia.
- ARITCOLO 27
(Indennità professionisti e lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa)
- Ai liberi professionisti titolari di partita Iva attiva alla data del 23 febbraio 2020 e ai lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa attivi alla medesima data, iscritti alla Gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, è riconosciuta un’indennità per il mese di marzo pari a 600 euro. L’indennità di cui al presente articolo non concorre alla formazione del reddito ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.
- L’indennità di cui al presente articolo è erogata dall’INPS, previa domanda, nel limite di spesa complessivo di 1.800 milioni di euro per l’anno 2020. L’INPS provvede al monitoraggio del rispetto del limite di spesa e comunica i risultati di tale attività al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e al ministero dell’economia e delle finanze. Qualora dal predetto monitoraggio emerga il verificarsi di scostamenti, anche in via prospettica, rispetto al predetto limite di spesa, non sono adottati altri provvedimenti concessori.
- Alla copertura degli oneri previsti dal presente articolo si provvede ai sensi dell’articolo 126.
- ARTICOLO 44
(Istituzione del Fondo per il reddito di ultima istanza a favore dei lavoratori danneggiati dal virus COVID-19)
- Al fine di garantire misure di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti e autonomi che in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID 19 hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività o il loro rapporto di lavoro è istituito, nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, un Fondo denominato “Fondo per il reddito di ultima istanza” volto a garantire il riconoscimento ai medesimi soggetti di cui al presente comma, di una indennità, nei limiti di spesa 300 milioni di euro per l’anno 2020.
- Con uno o più decreti del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro trenta giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, sono definiti i criteri di priorità e le modalità di attribuzione dell’indennità di cui al comma 1, nonché la eventuale quota del limite di spesa di cui al comma 1 da destinare, in via eccezionale, in considerazione della situazione di emergenza epidemiologica, al sostegno del reddito dei professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria di cui ai decreti legislativi 30 giugno 1994, n. 509 e 10 febbraio 1996, n. 103.
- Alla copertura degli oneri previsti dal presente articolo si provvede ai sensi dell’articolo 126.
La dura reazione della Fondazione Inarcassa (ingegneri e architetti)
Ancora prima che apparisse la versione definitiva del Decreto Cura Italia, era già stata dura la presa di posizione, tra le altre, della Fondazione Inarcassa, che per voce del presidente Egidio Comodo sbotta: “Le misure adottate nei confronti dei liberi professionisti iscritti alle casse di previdenza private risultano assolutamente insufficienti. È doveroso, da parte nostra, ribadire che noi, liberi professionisti iscritti alle casse di previdenza private, siamo lavoratori come tutti gli altri che contribuiscono, insieme alle altre categorie professionali, al mantenimento della spesa sociale. È inaccettabile la discriminazione che si sta attuando nei nostri confronti: in questo momento così delicato, non vogliamo, e non possiamo, sentirci subalterni a nessuno!”.
Conclude con un appello il presidente della Fondazione: “L’istituzione del fondo da 300 milioni per coprire anche i professionisti iscritti agli ordini è insufficiente, occorrono nuove e decise misure straordinarie di sostegno al reddito anche per gli architetti e ingegneri liberi professionisti. Non chiediamo elemosina di Stato, vogliamo solo che si mettano in campo le misure necessarie per coprire i mancati introiti a causa dell’emergenza sanitaria. Allo sblocco dei crediti delle PA a favore dei liberi professionisti, che rappresenterebbe un primo positivo intervento, occorre un piano di investimenti di rilancio delle opere pubbliche strategiche per il Paese. Continueremo a fare la nostra parte, come abbiamo sempre fatto in ogni momento critico per il nostro Paese, con professionalità e competenza, il Governo deve però venirci incontro e comprendere che l’intera categoria sta attraversando un momento difficile con il rischio di un collasso se non si interviene prontamente”.