Grido d’allarme dall’”Anaci day”, convention tradizionale dell’Associazione che si è svolta a Milano nei giorni scorsi, richiamando 1.200 amministratori di condominio provenienti da tutta Italia.
Numerosi i temi toccati dai “professionisti dell’abitare e della sostenibilità”, che hanno fissato l’agenda 2030 ponendo al centro il nuovo ruolo dell’amministratore condominiale in una gestione sempre più digitalizzata e green.
Lo sguardo è dunque ai prossimi sette anni che segneranno una non più rinviabile trasformazione del modo di vivere e di abitare di milioni di cittadini. “L’amministratore di condominio diventerà a tutti gli effetti un consulente tecnico del giudice”, ha detto Fabio Roia, presidente vicario del Tribunale di Milano, che ha posto l’accento sull’aumento di contenziosi legati al superbonus: “Ci sono molte questioni all’attenzione del Tribunale, imprese che si sono impegnate ad accettare lavori nei condomìni e non erano nella condizione di poterli portare a termine o li hanno dati in subappalto a soggetti che non avevano competenze adeguate”.
Cantieri fermi e contenziosi pendenti in un percorso verso la riqualificazione energetica non concluso e soprattutto molto accidentato, come conferma il grido d’allarme lanciato dal presidente Anaci Milano Leonardo Caruso: “Se si considera che la maggior parte dei condomini a Milano è stata costruita tra gli anni ’70 e ’80, in città il 70% dei condomini dovrà essere completamente riqualificato con un impatto economico mostruoso”. “Da parte del Governo – ha aggiunto – si auspica una politica seria e una programmazione definitiva e a lungo termine. I cittadini non sono nella condizione di fare investimenti importanti, come quelli richiesti; quindi, senza una manovra ben definita tutto sarà difficile”.
Caruso, nel suo intervento, ha sottolineato che i problemi sul tavolo sono molti, e non soltanto quelli legati alla riqualificazione energetica. Ha precisato: “I temi dell’accessibilità e la sicurezza all’interno della casa non possono essere trascurati, ma sono anzi temi di primo piano”. “Inoltre – ha aggiunto – a fronte di un parco immobiliare di notevoli dimensioni che deve essere gestito, la competenza dell’amministratore è fondamentale”. In questo contesto, ha continuato Caruso “l’aggiornamento professionale dell’amministratore è un elemento prezioso, perché quando si affida un incarico non ci si può più limitare a tirare fuori un nome da un elenco ma bisogna avere la certezza che quella persona a cui viene affidato l’incarico abbia le competenze e la consapevolezza di quello che è il suo ruolo per svolgere al meglio la funzione che gli viene affidata”.
L’amministratore ha sempre nuovi compiti e responsabilità, ma secondo l’avvocato Eugenio Correale, direttore Centro Studi Anaci Milano e Lombardia, “alle nuove responsabilità non corrispondono nuovi poteri di intervento”.