Chi si aspettava sicuramente di più dalla legge di Stabilità approvata nelle scorse settimane dal Parlamento è l’Anaci. La posizione dell’Associazione degli amministratori condominiali è riassunta nelle parole di insoddisfazione del suo presidente nazionale, Francesco Burrelli: “Di positivo in questa legge non c’è molto. Soprattutto su agevolazioni e sgravi fiscali, qualcosa in più si sarebbe potuto fare”. Nulla di significativo, secondo Burrelli, nemmeno per giovani e neolaureati e, in generale, niente in grado di incidere positivamente sui comparti trainanti dell’economia del Paese.
Il problema rimasto irrisolto per il numero uno di Anaci è principalmente uno: la difficoltà di accesso al credito da parte dei proprietari immobiliari e delle fasce deboli della società. “In realtà – spiega Burrelli – le persone non sanno come pagare le bollette energetiche e le rate del mutuo. Basti pensare che il 75% degli italiani vive in condominio e la maggior parte di essi ha un reddito intorno ai 1000 euro mensili. È ovvio che in un contesto del genere i bonus fiscali del 65% non servono a molto. Bisogna creare un circolo virtuoso e pensare a misure di incentivazione per la gente che ha bisogno. Non diamo agevolazioni ai senatori e alle solite persone che hanno già ampia possibilità di spesa”.
Qualche provvedimento di maggiore efficacia, secondo Burrelli, poteva essere adottato anche dal punto di vista di Regioni e Comuni. Il riferimento del presidente Anaci è agli incentivi per il miglioramento e la ristrutturazione delle case, ovvero alla riqualificazione energetica degli edifici: “Non ho visto maggiore coinvolgimento sul Paes (il piano d’azione per l’energia sostenibile) e sui progetti a esso correlati che riguardano le abitazioni. Non vedo niente di nuovo per incentivare lo strumento delle targhe energetiche, le agevolazioni per chi decide di ristrutturare, l’adozione di piani regolatori diversi da parte delle amministrazioni comunali”.
La contromossa che Anaci sta portando avanti in questi giorni consiste nella promozione del Paes in tutti i comuni di Italia e nei condomini, sostenendo l’adesione al protocollo Abitare Biotech, un percorso guidato e certificato dedicato agli amministratori di condominio per il risanamento energetico, acustico, strutturale e architettonico dei complessi condominiali, finalizzato a creare una rete nazionale di tecnici qualificati in grado di offrire consulenze di qualità per il miglioramento del sistema edifici-impianti.
Anche da questo punto di vista, tuttavia, la strada maestra da seguire, a detta di Burrelli, è quella del recupero del patrimonio edilizio esistente: “Bisogna rimettere in moto tutta una serie di artigiani e ordini professionali che durante la crisi sono stati duramente colpiti, come dimostrato dalla perdita di quasi 700mila posti di lavoro dal 2008 e dal calo di circa il 5% del valore delle case, che ha notevolmente impoverito il patrimonio immobiliare. Per farlo occorre maggiore decisione da parte del comparto pubblico. Anche da questo punto di vista, l’azione di decentramento che è stata messa in atto negli ultimi anni non si è rivelata la mossa giusta”.