“L’Agenzia delle Entrate sostiene che sulla casa gravi una tassazione di 40 miliardi di euro. In realtà, fra balzelli vari, si arriva ai 50 miliardi”. A puntualizzarlo Massimo Anderson, presidente di Federproprietà, che coglie l’occasione per riaccendere i riflettori su una tematica molto dibattuta fino a pochi anni fa, e poi rimasta in sospeso: la riforma del catasto. “La revisione dei valori, che comunque dovrà essere realizzata – commenta Anderson – comporterebbe una riclassificazione con un conseguente ulteriore aumento delle tasse nei confronti dei proprietari che si vedrebbero costretti a conteggiare non più il numero dei vani bensì i metri quadrati comprese le mura, e quindi a subire un aggravio dell’imposizione fiscale”.
Inoltre, il numero uno dei Federproprietà sottolinea che “le rivalutazioni delle rendite catastali portano ad un ulteriore aumento del gettito delle cosiddette imposte patrimoniali (Imu-Tasi) e non delle imposte di natura reddituale (Irpef e Ires). L’equità delle imposte si ottiene nel far pagare le imposte a chi ottiene dei guadagni, e non a chi ha un patrimonio che con una tale tassazione viene ad essere intaccato. Dai dati forniti dall’Agenzia delle Entrate, infatti, risulta che le imposte di natura reddituale influiscono per il 21% sul totale contro il 49% di quelle patrimoniali. Il Governo, anziché opprimere con tasse e balzelli i proprietari di casa, intervenga seriamente per eliminare l’evasione fiscale (che si stima in circa 150 miliardi) con la quale si riuscirebbe a tagliare tutte le tasse che gravano sulla casa”.