L’Appc, Associazione Piccoli Proprietari Case, lancia un appello sulla necessità di accogliere in modo adeguato e dignitoso i cittadini ucraini costretti a lasciare la loro terra per raggiungere i parenti in Italia.
“È necessario offrire alle famiglie ucraine un’abitazione decorosa, e non un campo profughi. Questa deve essere la priorità della politica nazionale ed europea”, scrivono sulle pagine del Sole24Ore il presidente dell’Appc Vincenzo Vecchio e il segretario generale dell’associazione Mario Fiamigi.
La campagna di sensibilizzazione dell’Appc è rivolta sia ai propri associati, con l’obiettivo di spronare i piccoli proprietari di casa a fare la loro parte. Sia alle istituzioni, a partire dallo Stato, dalle Regioni e dai Comuni, affinché vengano individuate soluzioni responsabili e condivise. “Di fronte a tragedie di questo tipo la sola solidarietà verbale non basta, occorre che ognuno di noi faccia ciò che è in grado di fare”, commentano Vecchio e Fiamigi.
L’Associazione si è attivata per mettere a fuoco gli strumenti contrattuali che potrebbero servire ad ampliare la disponibilità di immobili a canone calmierato. Un primo strumento è già stato individuato. L’articolo 1, comma 3, della legge n. 431/98, prevede infatti la possibilità di stipulare contratti di locazione con gli enti locali in qualità di conduttori, per dare risposta ad esigenze abitative di carattere temporaneo. Si tratta di uno strumento ad oggi poco utilizzato dalla politica, ma che potrebbe consentire alle famiglie rifugiate di disporre di un immobile. Allo stesso tempo tutelare i proprietari che, pur concedendo l’immobile in cambio di un canone di modesta entità, avrebbero dall’ente pubblico la garanzia del pagamento del canone.
Quindi si tratterebbe di applicare una tipologia contrattuale libera, ma con alcune garanzie per la proprietà (certezza nel pagamento del canone, liberazione alla scadenza e risarcimento di eventuali danni avendo come conduttore formale un ente pubblico) che rinuncerebbe al deposito cauzionale e accetterebbe un canone di “solidarietà” ben inferiore a quello di mercato.
“Siamo coscienti del grande sforzo che verrà richiesto alla proprietà immobiliare, ma siamo sicuri che non mancherà una risposta forte e Appc è pronta a lavorare per questo progetto, a sensibilizzare i propri associati, ad elaborare gli schemi contrattuali ed infine ad offrire agli enti locali il necessario supporto giuridico. E’ ora che all’etica dei principi subentri l’etica delle responsabilità”, concludono il presidente dell’Appc Vincenzo Vecchio e il segretario generale dell’associazione Mario Fiamigi.
FONTE: Il Sole24Ore