[A cura di: Flavio Maccione – segretario generale nazionale APPC] L’ingerenza dei “soloni” della Commissione UE, contenuta nell’European semester Country Report Italy 2018 sul carico fiscale degli immobili è arrivata come un macigno, creando nuova incertezza e precarietà.
Data la già difficile situazione, ci sarebbe stato bisogno di ben altri segnali, quali l’attesa riduzione del carico fiscale, e non di “raccomandazioni in controtendenza” che, messe in atto, affonderebbero del tutto il settore immobiliare.
Mentre l’Italia, si trova ad affrontare un momento delicato della vita politica, con la formazione di un nuovo governo e si appresta a cambiare pagina sulla tassazione, confermata anche dall’esito elettorale, nella lettura, le raccomandazioni giunte dalla Commissione UE, di aumentare il carico fiscale su consumi ed immobili, oltre ad esercitare una vera e propria interferenza sulla determinazione della politica fiscale del nostro Paese, appaiono del tutto irresponsabili. È veramente diabolico pensare di “raccomandare”, tra l’altro, anche il ripristino della tassa sulla prima casa, sia pure, con la variante collegata ai redditi più alti.
I suggerimenti contribuirebbero al naufragio di un settore già in profonda crisi e, anziché produrre quello sviluppo e crescita necessari, si porterebbe il Paese a sfiduciare del tutto qualsiasi investimento sulla casa, già ritenuto non concorrenziale dagli investitori, che si sono orientati su Paesi più competitivi.
È incomprensibile che si sia pensato di “raccomandare” l’innalzamento della tassazione sugli immobili in un Paese in cui gli immobili stessi sono tra i più tassati rispetto a quelli degli altri Paesi europei: per creare ricchezza e sviluppo economico l’imperativo categorico è “abbassare l’asticella delle tasse”.
Accrescere l’imposizione fiscale sugli immobili porterebbe l’Italia – Paese da molto tempo non più competitivo e con un mercato asfittico – ad essere priva di qualsiasi futuro immobiliare: una vera e propria catastrofe per l’intera economia. Non avrebbe fatto meglio l’Unione Europea a dare suggerimenti e raccomandazioni sull’immigrazione, distribuendo il carico anche sugli altri Paesi, dotandosi di una politica in grado di garantire una distribuzione equa dei costi per un’emergenza che riguarda tutta l’Europa e non solo l’Italia lasciata a confidare nella sua buona stella?