La formazione degli architetti si alleggerisce. Nella seduta dello scorso 21 dicembre, il Consiglio nazionale degli architetti ha infatti deliberato che per il triennio 2017-2019 i Crediti formativi professionali da acquisire siano limitati a 60, di cui almeno 12 derivanti da attività di aggiornamento e sviluppo professionale continuo sui temi della deontologia e delle discipline ordinistiche: è stato inoltre stabilito che la verifica dei crediti conseguiti venga effettuata su base triennale.
Un provvedimento che ha suscitato interpretazioni divergenti e scatenato più diverse polemiche, cui lo stesso Così il Consiglio nazionale degli architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori ha così replicato: “È assolutamente falsa la notizia, diffusa da alcuni siti di settore, secondo la quale gli architetti italiani avrebbero autoridotto del 50% l’obbligo dei crediti formativi. Stupisce il madornale errore di aritmetica (una riduzione da 90 a 60 crediti non è, ovviamente, pari al 50%) sul quale questa fuorviante e capziosa notizia si basa. Va sottolineato che il numero di 90 crediti era stato indicato all’inizio del triennio sperimentale nel corso del quale si è, invece, avuto modo di verificare che il numero di 60 crediti si è rivelato ampiamente sufficiente ed idoneo – considerato l’alto livello qualitativo dell’offerta formativa – a coprire in modo esaustivo tutte le esigenze formative previste dalla norma”.
Obiettivo, dunque, semplificazione, ma sempre in nome della qualità. “Il nuovo Consiglio nazionale – sottolinea una nota ufficiale – ha iniziato, subito dopo l’insediamento, un percorso di confronto con tutti gli Ordini italiani finalizzato a semplificare, in seguito all’esperienza del primo triennio, il sistema di regole che governano l’aggiornamento professionale continuo con proposte di modifica sia del Regolamento per l’aggiornamento e sviluppo professionale continuo, che delle relative Linee guida. Tra le principali modifiche proposte, proprio la conferma del numero minimo di 60 crediti da acquisire nel triennio, la semplificazione delle procedure, l’omogeneizzazione dell’attribuzione dei crediti (1 ora = 1 credito), maggiori verifiche sulla qualità della formazione”.
Ma non è tutto. Come viene infatti rimarcato dallo stesso Cnappc, “gli obiettivi in via di definizione nel breve periodo riguardano anche l’implementazione degli strumenti di gestione della formazione attraverso la piattaforma del Consiglio nazionale per rendere più agevole l’interscambio tra le offerte formative elaborate dai vari Ordini e la trasformazione della stessa piattaforma in una potenziale vetrina della professionalità e delle competenze specifiche degli iscritti attraverso la pubblicazione del curriculum individuale della formazione”.
Quindi, un resoconto dell’attività complessiva: “Nonostante alcune difficoltà operative iniziali, il bilancio di questo primo triennio può considerarsi senz’altro positivo grazie al grande lavoro della rete degli Ordini e del Consiglio nazionale finalizzato a garantire una proposta formativa ampia e di qualità ed in grado di rispondere alle esigenze di tutti gli iscritti. Va sottolineato – conclude – che la nostra professione richiede l’acquisizione costante di nuove competenze tecniche e culturali e la formazione continua rappresenta sicuramente un importante strumento di aggiornamento capace di rispondere all’esigenza di fare propri nuovi saperi insita nel dna degli architetti”.