Con la primavera e la bella stagione, arriva anche l’appuntamento con lo spegnimento degli impianti di riscaldamento.
A regolare la pausa stagionale degli impianti termici è il Decreto del Presidente della Repubblica 74/2013, che definisce i criteri generali per l’utilizzo degli impianti termici, prescrivendo il periodo annuale e la durata giornaliera in cui possono essere attivati. Le disposizioni tengono conto delle esigenze specifiche di ogni regione, considerando fattori come l’altitudine, la vicinanza al mare, e la presenza di microclimi che influenzano le temperature locali.
Con il D.P.R. 412/1993 la penisola italiana è stata suddivisa in sei diverse zone climatiche, in ciascuna delle quali sono comprese diverse città e province. Il parametro utilizzato è quello dei gradi-giorno, che si calcola sottraendo la temperatura di riferimento, solitamente fissata a 20°C per convenzione, dalla temperatura media giornaliera e sommando i valori assoluti ottenuti per tutti i giorni dell’anno o del periodo considerato.
Ecco, di seguito, le zone climatiche e le date di spegnimento del riscaldamento stabilite per il 2024:
– zona A (comuni di Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle): 15 marzo;
– zona B (Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani): 31 marzo;
– zona C (Imperia, Latina, Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari, Taranto): 31 marzo;
– zona D (Genova, La Spezia, Savona, Forlì, Ancona, Ascoli Piceno, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Macerata, Massa C., Pesaro, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Siena, Terni, Viterbo, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Foggia, Isernia, Matera, Nuoro, Pescara, Teramo, Vibo Valentia): 15 aprile;
– zona E (Alessandria, Aosta, Asti, Bergamo, Biella, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli, Bologna, Bolzano, Ferrara, Gorizia, Modena, Parma, Piacenza, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Treviso, Trieste, Udine, Venezia, Verona, Vicenza, Arezzo, Perugia, Frosinone, Rieti, Campobasso, Enna, L’Aquila e Potenza): 15 aprile;
– zona F (Cuneo, Belluno e Trento): nessuna limitazione
Il mancato rispetto delle disposizioni può comportare importanti sanzioni amministrative dal costo compreso tra i 500 e i 3mila euro.
Ma, nonostante quanto stabilito dalla normativa, è concesso alle autorità locali di modificare le date stabilite nel caso in cui si dovessero verificare temperature particolarmente rigide o, al contrario, particolarmente calde.
Nei giorni scorsi, ad esempio, a Milano, Torino e Bologna sono state diramate ordinanze comunali per anticipare la data di spegnimento degli impianti di riscaldamento al 7 aprile 2024, al posto del 15 aprile come previsto dalla legge per la zona E.