ASCENSORI: IL NUOVO DECRETO IN GAZZETTA UFFICIALE. LA DELUSIONE DEGLI INSTALLATORI
Novità in materia di ascensori. È stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, ed entrerà in vigore il giovedì 30 marzo, il decreto 10 gennaio 2017, n. 23, che modifica il dpr 162/1999 sull’esercizio e la sicurezza degli ascensori, recependo la direttiva comunitaria in materia 2014/33/UE. Il nuovo regolamento si applica agli ascensori finiti e installati in modo permanente in edifici o costruzioni nonché a tutte le componenti di sicurezza prodotte nell’Unione europea o importate da altri Paesi. Restano esclusi gli ascensori da cantiere, quelli progettati a fini militari, utilizzati nelle miniere e gli impianti a fune, comprese le funicolari.
Come ricorda Confappi, “fra le novità più significative introdotte dal decreto, che si compone di 5 articoli e 12 allegati, ci sono la riaffermazione della competenza alle prefetture per il rilascio delle abilitazioni ai tecnici manutentori (in seguito all’esito favorevole di una prova teorico-pratica, da sostenersi dinanzi a un’apposita commissione esaminatrice); e la modifica dell’art. 15 del dpr 162/99, che obbliga i professionisti a redigere piani di manutenzione ad hoc in funzione delle caratteristiche dei singoli impianti. Evitato, invece, l’adeguamento obbligatorio per gli impianti antecedenti al 1999, vale a dire il 70% degli ascensori italiani, previsto nella prima stesura del testo, che avrebbe comportato per molti proprietari un esborso considerevole”.
CNA INSODDISFATTA
Una nota, quest’ultima, che soddisfa la proprietà immobiliare, nell’ambito di un provvedimento che, complessivamente, non riscuote, invece, il favore degli impiantisti. Perlomeno quelli di CNA, che in una dichiarazione ufficiale puntualizza: “Rispetto al testo uscito dal Consiglio dei Ministri a fine 2016 non ci sono novità, e sono ancora tutti da risolvere i problemi principali che sta attualmente vivendo la categoria, a partire dal mancato obbligo di adeguare alle norme di sicurezza i circa 700.000 impianti di elevazione installati prima del 1999”.
LE CRITICITÀ
Secondo Guido Pesaro, responsabile nazionale CNA Installazione Impianti: “Evidentemente non sono bastati un avviso comune siglato con i sindacati, e le numerose e reiterate richieste e proposte di soluzione avanzate dalle associazioni di categoria; è stato sufficiente un parere del Consiglio di Stato che considerava legittima, con tecnicismi molto poco comprensibili per gli operatori del settore, la scelta di non intervenire sulla necessità di adeguamento degli impianti di elevazione installati prima del 1999 e che non ci fossero basi legali per la ricostituzione delle Commissioni d’esame per l’abilitazione alla manutenzione degli ascensori. In entrambi i casi, però, lo stesso Consiglio aveva riconosciuto la fondatezza delle nostre richieste, evidenziando l’urgenza di un intervento legislativo e raccomandando a Camera e Senato di intervenire al più presto”.
LA POLITICA
Ed è proprio su questo “intervenire al più presto” che si appuntano le perplessità degli operatori circa la capacità della politica di intervenire dopo che dall’abolizione delle commissioni di esame presso le Prefetture sono già passati 5 anni e che il problema di regolamentare la messa in sicurezza degli impianti installati prima del 1999, e che presentano livelli di sicurezza inferiori rispetto agli standard definiti dalla Direttiva 95/16/CE, è ancora di più antica data.
A questo proposito, Guido Pesaro cita testualmente una dichiarazione rilasciata nel novembre 2014 dal Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, senatrice Simona Vicari, in risposta ad una interrogazione parlamentare: “fino a nuovi interventi normativi in materia, il predetto certificato di abilitazione rimane certamente necessario per svolgere l’attività di manutenzione in questione; […] un eventuale intervento normativo risolutivo del problema, ove ritenuto opportuno e necessario a seguito degli approfondimenti già programmati, potrà essere effettuato, come accennato in precedenza, in occasione delle prossime ulteriori modifiche al citato decreto del Presidente della Repubblica n. 162 del 1999”.
Il responsabile di CNA Impianti, a tale proposito, rimarca: “È del tutto evidente che l’oggetto di quella dichiarazione non si è concretizzato. Ora, tra i primati mondiali che detiene l’Italia, c’è quello, singolare, del numero di ascensori in attività: circa 750.000 che compiono più o meno 100 milioni di corse al giorno. E, per un Paese nel quale il 60% degli ascensori è in funzione da più di 20 anni, e circa il 40% da più di 30 anni, risulta chiaro che è proprio il problema della manutenzione degli ascensori e di chi la esegue quello che deve essere in qualche modo risolto. La politica non ha più alibi: o mantiene gli impegni assunti per una positiva soluzione di questi due aspetti fondamentali per tutto il settore ascensoristico, o sarà manifesta, e sotto gli occhi di tutti, la sua incapacità nel risolvere i problemi delle piccole imprese”.