[A cura di: Anapic – www.anapic.it] In data 10 luglio si è tenuto l’incontro tra l’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, e Anapic nella persona della presidente Lucia Rizzi, alla presenza della presidente dell’Associazione commercialisti cattolici dott.ssa Marcella Caradonna, del direttore generale dell’Ordine degli Avvocati Carmelo Ferraro e di altri professionisti.
Dall’incontro è emersa una comunanza di valutazioni e di proposte che parte dal presupposto secondo cui mentre l’emergenza pandemica prosegue (anche se con effetti meno drammatici sul piano sanitario), si profila un prevedibile aggravamento della situazione economica che coinvolge famiglie, lavoratori, persone fragili, anziani, ecc.. Verosimilmente, la crisi colpirà ancor più duramente chi è debole.
Tutto ciò avrà dei riflessi sulla vita condominiale la quale tuttavia però non può ovviamente arrestarsi.
L’Arcivescovo ha evidenziato come gli amministratori di condominio svolgano un lavoro che è, prima che di gestione socio-economica, di cura della relazione. Se non ci sono relazioni tra i condòmini non c’è una vita condominiale da amministrare. Non ci possono essere rapporti economici. Il modo in cui queste relazioni vengono curate incide quindi pesantemente sugli aspetti concreti e anche patrimoniali del condominio.
Si è pertanto convenuto sul ruolo di “cerniera” che l’amministratore svolge tra i condòmini e si è palesata l’opportunità di un contatto continuo tra gli amministratori e gli enti ecclesiastici al fine di una più proficua gestione delle relazioni stesse in ambito condominiale.
La presidente Anapic ha quindi sollevato il problema delle assemblee di condominio, che si devono svolgere, che non si sono potute svolgere a causa della pandemia, ma che si dovranno tenere per evitare una indefinita procrastinazione dell’attività decisoria con ritardi che andranno a costituire per il condominio un danno grave e forse irreparabile e così pure, di conseguenza, per gli altri operatori economici come per esempio le imprese che lavorano col condominio.
Si è per tanto segnalata l’opportunità di stringere i contatti tra Curia e amministratori per individuare i luoghi dove, nel rispetto della sicurezza, tenere le assemblee, non essendo verosimile sul piano pratico e giuridico sostituirle con assemblee virtuali da remoto.
Infine, l’impoverimento generale della popolazione ha indotto i partecipanti all’incontro (Anapic, ordine dei commercialisti e degli avvocati) a evidenziare la necessità che siano resi noti gli strumenti che l’ordinamento appresta per mitigare l’eccessivo indebitamento; strumenti ai quali molti, che fino a quel momento avevano vissuto in una situazione, se non di benessere, di normalità, sono restii a ricorrere o che ignorano affatto.