Nello stabilire lo stipendio da corrispondere a colf e badanti, il datore di lavoro privato deve attenersi a quanto stabilito dal contratto nazionale di categoria. Il contratto collettivo nazionale fissa infatti i cosiddetti minimi retributivi dello stipendio di colf e badanti.
Per quanto riguarda il settore del lavoro domestico, di cui fanno appunto parte colf e badanti, il 2022 ha portato a un incremento dello stipendio grazie all’accordo sui minimi retributivi sottoscritto dalle sigle sindacali e dal ministero del Lavoro.
Con l’aggiornamento dell’articolo 45 del CCNL lavoro domestico, è stato raggiunto un accordo per un incremento dello stipendio minimo di colf e badanti, tenendo conto delle variazioni rilevate dall’Istat per l’indice dei prezzi pari al 3,6%.
L’aggiornamento riguarda tutti gli assistenti familiari – quindi non solo colf e badanti ma anche, ad esempio, baby sitter.
Per quanto riguarda i lavoratori conviventi a servizio intero, che dispongono anche del vitto e dell’alloggio, i minimi retributivi mensili lordi variano da 664,09 a 845,22 euro, a seconda del livello. Per i lavoratori conviventi ma a servizio ridotto, la retribuzione varia invece tra 603,73 e 700,31 euro. Per quanto riguarda i lavoratori domestici non conviventi, invece, i minimi retributivi sono fissati a livello orario: in base al livello, si va da 4,83 a 8,57 euro lordi.
Nel caso, invece, di personale non infermieristico che viene assunto per prestazioni – discontinue – assistenziali di attesa notturna, sono previsti due livelli di differente inquadramento. Per l’assistenza di persone autosufficienti, il valore mensile è di 1.041,42 euro. Per le persone non autosufficienti, lo stipendio mensile del personale non formato è di 1.150,28 euro; per il personale formato sale a 1.458,03 euro.
L’articolo 33 del Contratto collettivo nazionale di lavoro domestico stabilisce le regole per la consegna della busta paga e per le date di pagamento dello stipendio previsto. Nel dettaglio, la busta paga deve contenere alcune informazioni basilari, quali: retribuzione minima contrattuale; eventuali scatti di anzianità; eventuale superminimo; lavoro straordinario e festività; compenso sostitutivo di vitto e alloggio.
La busta paga deve essere redatta in duplice copia e deve essere firmata dal lavoratore. Solitamente il giorno di paga viene deciso in accordo tra datore di lavoro e lavoratore, nel periodo compreso tra il 1° e il 10° giorno del mese successivo a quello a cui fanno riferimento le competenze.
Tra gli obblighi del datore di lavoro c’è anche quello di consegnare la Certificazione unica entro il mese di marzo dell’anno successivo.
Colf e badanti hanno diritto alla tredicesima, pagata come per gli altri lavoratori prima delle festività natalizie. Nel caso dei lavoratori impiegati con orario full time, per il calcolo dell’importo della tredicesima bisogna moltiplicare la retribuzione mensile per il numero di mesi di lavoro svolti durante l’anno, e poi dividere il risultato per i 12 mesi dell’anno.
Diverso il caso dei lavoratori assunti a ore. Per questi si deve moltiplicare la paga oraria per il numero di ore di lavoro svolte durante la settimana, e poi moltiplicare tutto per 52, ossia il numero di settimane lavorative in un anno. Il risultato andrà suddiviso ancora per 12.
Nello stipendio di colf e badanti, invece, non è compresa la quattordicesima mensilità.
L’articolo 1, comma 910, della legge 205/2017 ha stabilito che ogni datore di lavoro deve pagare gli stipendi utilizzando metodi tracciabili. No ai contanti, dunque, ma con alcune eccezioni: non rientra tra le categorie per i quali lo stipendio va pagato con mezzi tracciabili, infatti, il lavoro domestico.
La retribuzione di colf e badanti, dunque, può essere corrisposta anche in contanti, nel rispetto però dei limiti fissati dalla normativa. Ad esempio, ancora quest’anno si possono pagare in contanti stipendi fino a 2.000 euro; dal 1° gennaio del prossimo anno si scende a 1.000 euro.
Ai costi indicati per lo stipendio di colf e badanti, il datore di lavoro deve aggiungere i riferiti alla contribuzione previdenziale e assistenziale, calcolata in misura convenzionale tenendo conto dell’orario d’impiego. La retribuzione convenzionale viene aggiornata ogni anno dall’INPS.