“BENE L’ABOLIZIONE DELLA TASI. MA NON SI AUMENTINO LE ALTRE IMPOSTE PER COMPENSARE”
Come era inevitabile, continuano a far discutere le affermazioni del premier Renzi in merito alla volontà di procedere ad una revisione complessiva dell’impianto fiscale partendo dall’abolizione dell’imposta sulla prima casa.
A cogliere la palla al balzo, il Codacons, secondo cui la Tasi sulla prima casa, assieme all’Imu, ha portato ad un maggior esborso pari a 16 miliardi di euro per le famiglie negli ultimi 3 anni. “Fin dalla sua nascita la Tasi è stata la tassa delle disparità – spiega il presidente Carlo Rienzi -. Questo perché ha inciso in modo più pesante sulle famiglie a reddito medio-basso rispetto a quelle con reddito elevato. Tale sproporzione si è avuta per effetto delle minori detrazioni, che hanno portato ad una situazione paradossale: chi possiede una abitazione con rendita catastale modesta ha versato di più rispetto all’Imu, mentre chi è proprietario di un immobile di prestigio è stato ingiustamente avvantaggiato dalla Tasi rispetto alla vecchia imposta. Chiediamo al premier Renzi di porre fine a questa evidente disparità sociale e di cancellare definitivamente la Tasi sulle prime case ripristinando una situazione di equità”.
Poi, il Codacons scende nel dettaglio numerico. Come ricorda sempre Carlo Rienzi, “dai 9 miliardi di euro pagati nel 2011, le famiglie sono arrivate a versarne in totale 25 miliardi nel 2014, con un incremento del +177%. “Sul banco degli imputati vi sono l’Imu e la Tasi, che peraltro hanno determinato il crollo del valore degli immobili negli ultimi 3 anni e una riduzione delle compravendite sul territorio, oltre che un generale impoverimento delle famiglie”.
Sostanzialmente dello stesso avviso, Federconsumatori ed Adusbef: “Bene la proposta di eliminare la Tasi sulla prima casa, dato che si tratta di un tributo iniquo, regressivo e complesso, oltre che estremamente oneroso per le famiglie, ben più caro dell’Imu. Il costo medio di tale imposta per un appartamento di 100 metri quadri abitato da una famiglia di tre persone (coppia con un figlio di età inferiori a 18 anni) categoria catastale A2 classe 3, per quanto riguarda la prima casa, ha registrato rispetto all’Imu 2012 un aumento del +19,16%, pari a +44,85 euro. L’importo medio pagato per tale tipologia di appartamento risulta pari a 234,07 euro”.
A giudizio delle due associazioni, a pagare le conseguenze peggiori di tale aumento sono state circa 5 milioni di famiglie che prima, grazie alle detrazioni, non pagavano affatto l’Imu e ora si ritrovano invece a pagare salatamente per la Tasi: “Abolire questo tributo darà certamente ossigeno alle famiglie, restituendo un minimo di capacità di acquisto persa in questi anni. Non vorremmo, però, che come accaduto in passato l’abolizione di tale tassa sia solo un’operazione di facciata, dietro alla quale si nascondono notevoli aumenti dei tributi locali, dalle accise alle addizionali. Se abolizione deve essere che abolizione sia, senza penalizzare i cittadini sotto altre forme. Inoltre, dal momento che si intende mettere mano a tale tributo, si colga l’occasione per mettere ordine nella fiscalità locale, che presenta divari e disparità intollerabili, responsabilizzando gli amministratori locali attraverso il confronto con le rappresentanze dei cittadini consumatori”.