In tempi economicamente difficili quali quelli attuali, può capitare di essere senza soldi al punto da non riuscire a pagare, oltre alle spese condominiali, neppure le bollette per un servizio essenziale come quello dell’energia elettrica.
Pagare una bolletta in ritardo comporta dei costi, perché le società che gestiscono il servizio applicano delle more sui ritardi. Non pagare una bolletta oltre una determinata scadenza comporta l’interruzione totale della fornitura.
Per essere più chiari sulle tempistiche, possiamo dire che se la bolletta è scaduta per un periodo che va da 2 a 7 giorni non ci sono conseguenze. Da 7 a 15 giorni di ritardo, solitamente l’ente gestore invia una raccomandata con un sollecito di pagamento.
Ricevuto il sollecito di pagamento, conviene saldare la bolletta scaduta dando poi tempestiva comunicazione all’ente gestore dell’avvenuto pagamento, in modo da interrompere la procedura.
Altrimenti l’iter andrà avanti e il gestore del servizio procederà con la riduzione della potenza, portandola ad un livello pari al 15% di quella disponibile. Questo vuol dire che la maggior parte degli elettrodomestici non sarà in grado di funzionare e ci sarà la possibilità soltanto di avere le luci accese.
Trascorsi 15 giorni dalla riduzione della potenza, il gestore provvederà con l’interruzione totale della fornitura e si resterà totalmente senza corrente. Inoltre, il gestore bloccherà anche il codice POD per morosità, in modo che non si potrà nemmeno passare a un altro fornitore prima di aver saldato le fatture arretrate.
Per riattivare la fornitura la prima cosa è necessario dimostrare al fornitore l’avvenuto pagamento della bolletta scaduta. Il gestore, però, prima di riattivare l’utenza potrebbe pretendere costi di gestione per l’interruzione del servizio e per la procedura di riattivazione. Nel mercato libero tali costi ammontano a 25,20 euro per la riattivazione del contatore, oltre al costo della prestazione commerciale del fornitore, come previsto da contratto.
In alcuni casi il mancato pagamento di una bolletta non autorizza l’interruzione della fornitura dell’energia elettrica all’ente gestore. Ecco, di seguito, i casi:
– quando il cliente non viene avvisato;
– quando il pagamento è già stato eseguito e inviato al servizio clienti;
– nei giorni festivi e prefestivi;
– quando la bolletta è ormai in prescrizione;
– quando in precedenza il cliente ha inviato un reclamo scritto relativo al contatore o a importi anomali senza ricevere risposta;
– in caso di mercato tutelato, l’importo della bolletta non è inferiore o uguale al deposito cauzionale;
– quando il mancato pagamento è causato da un’altra utenza, ad esempio il gas, o da un altro servizio;
– in caso di clienti collegati a macchinari salvavita;
– in caso di forniture con funzioni di pubblica utilità.