Secondo un detto latino: excusatio non petita, accusatio manifesta. Una formula che pare adattarsi bene ai rincari delle tariffe di luce e gas, che l’Autorità per l’energia, in una nota ufficiale, si è affrettata a definire leggeri: definizione che può forse ancora calzare bene all’incremento del costo dell’elettricità (+0,9%), ma che mal si concilia con l’aumento del prezzo del gas: 4,7%, anche se in quest’ultimo caso l’Authority sottolinea come sull’importo incida anche l’aumento delle quotazioni per il maggior consumo legato alla stagione invernale.
IL DETTAGLIO
Se si vuole vedere il bicchiere mezzo pieno, pur con le modifiche apportate dal primo gennaio, per l’elettricità la spesa (al lordo delle tasse) per la famiglia-tipo nell’anno scorrevole (compreso tra l’1 aprile 2016 e il 31 marzo 2017) sarà di 498 euro, con una variazione del -1,5% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (1 aprile 2015 – 31 marzo 2016), corrispondente ad un risparmio di circa 8 euro; mentre per il gas la spesa della famiglia tipo nello stesso periodo sarà di circa 1.022 euro, comunque con una variazione del -6,5% rispetto all’anno scorrevole, corrispondente a un risparmio di 71 euro. Ad ogni buon conto, questi nuovi incrementi sembrano quanto mai fuori luogo. Tanto più in un’ottica di prospettiva. Ma da che cosa sono causati?
L’ELETTRICITÀ
Nel primo trimestre del 2017, l’andamento del prezzo dell’energia elettrica è determinato principalmente dall’atteso aumento della componente a copertura dei costi di acquisto sul mercato italiano all’ingrosso, sempre più collegato con gli omologhi mercati elettrici continentali sui quali si sono recentemente verificati forti rialzi; aumento compensato dal calo dei costi di dispacciamento (i costi sostenuti dal Gestore della rete -Terna- per il mantenimento in equilibrio e in sicurezza del sistema elettrico).
Le componenti relative alle tariffe di rete e agli oneri generali di sistema, la prima in crescita e la seconda in forte calo, invece, si sono sostanzialmente bilanciate, anche per gli effetti su entrambe dell’applicazione del secondo gradino della riforma delle tariffe per i clienti domestici. In particolare, come spiega l’Authority, “I costi di acquisto dell’energia elettrica riflettono le attese al rialzo per il primo trimestre 2017, che incorporano le recenti tensioni sui mercati spot d’oltralpe innescate dalla riduzione della produzione nucleare francese; aumenti pressoché sterilizzati dalla forte riduzione dei costi di dispacciamento, grazie agli effetti dei provvedimenti adottati dall’Autorità per far cessare e perseguire le condotte anomale degli operatori dell’offerta e della domanda nei mercati all’ingrosso dell’elettricità, ripristinando condizioni di funzionamento normali (ad esempio il corrispettivo uplift dello scorso mese di settembre a copertura dei costi di dispacciamento del sistema sostenuti da Terna, si è ridotto di 3/4 rispetto al livello raggiunto mediamente nel trimestre aprile/giugno 2016)”.
All’interno del calo complessivo degli oneri generali di sistema va sottolineata la decisa riduzione di circa 1,3 miliardi di euro (a livello di sistema) del fabbisogno della componente A3 (la componente a copertura degli incentivi per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili), resa possibile, oltre che dalla riduzione degli oneri previsti per il 2017, dalla gestione da parte dell’Autorità del suo conto di cassa che ha portato all’azzeramento del deficit pregresso nonostante la crescita del fabbisogno degli ultimi anni, permettendo così l’attuale calo.
Da segnalare, al contrario, la riattivazione (al medesimo livello del 2015) della componente Ae (agevolazioni alle industrie energivore) dopo lo sblocco delle già previste modalità di riconoscimento delle agevolazioni per gli anni 2014-2015 e in considerazione delle necessità per l’anno 2016 e seguenti.
GAS NATURALE
Per quanto concerne il gas, invece, la variazione è sostanzialmente legata alla crescita della componente materia prima, ovvero all’aumento delle quotazioni del gas attese nei mercati all’ingrosso nel primo trimestre 2017, anche per effetto della maggiore domanda dei mesi invernali; leggero incremento anche per la componente relativa al trasporto. Aggiustamenti in parte controbilanciati da una decisa riduzione della componente a copertura del meccanismo per la rinegoziazione dei contratti di lungo termine, un sistema che ha favorito la riduzione dei prezzi all’ingrosso del gas.
LE TARIFFE
Energia elettrica. Nel dettaglio, l’incremento per l’energia elettrica per la famiglia tipo è determinato da diversi elementi che vanno a definire l’aggiornamento finale.
L’aumento dei costi della “materia energia”, che si stima Acquirente Unico sosterrà nel primo trimestre 2017, contribuisce con un +1,5% alla variazione complessiva della spesa per il cliente tipo. Questo aumento è, a sua volta, scomponibile in +3,6% per i costi di acquisto della materia prima, -2,3% per i costi di dispacciamento (determinato principalmente dalla riduzione dei corrispettivi per le unità essenziali e soprattutto dal calo del corrispettivo uplift) e +0,2% per la componente di perequazione dei costi di approvvigionamento.
L’aggiornamento delle tariffe di trasmissione, distribuzione e misura segna poi un +3,6% (principalmente dovuto alla riduzione dei volumi di energia elettrica distribuiti e all’applicazione della nuova struttura tariffaria, a fronte di ricavi riconosciuti per le imprese distributrici e per l’operatore di trasmissione complessivamente stabili), controbilanciato dal deciso ribasso dei costi per gli oneri generali di sistema, -5,0%, riduzione determinata dalla revisione della struttura a scaglioni degli oneri seguente alla riforma tariffaria e dal contestuale calo delle aliquote (in particolare, ad esempio, tra le principali componenti, la A2 – a copertura dei costi per le attività di smantellamento delle centrali nucleari dismesse e la chiusura del ciclo del combustibile nucleare – diminuisce con un impatto sull’utente domestico tipo, lordo imposte, pari a -0.9%, la A3 – a copertura dei costi per finanziare il sistema di incentivi per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili – diminuisce con un impatto del -5,0%, la A4 – a copertura del regime tariffario speciale riconosciuto al settore ferroviario, per il servizio universale e merci – diminuisce con un impatto del – 0,1%). All’interno di questo calo complessivo degli oneri va segnalata la riattivazione della componente Ae (agevolazioni alle industrie ad alto consumo di energia), con un impatto sull’utente domestico tipo del +1,5%. Infine, leggero incremento per la componente di commercializzazione e vendita, +0,8%, a seguito dell’aggiornamento delle rispettive componenti di commercializzazione. Si arriva così al complessivo +0,9% per la spesa del cliente tipo.
Gas naturale. Nel dettaglio, l’aumento per il gas è principalmente determinato dall’aggiornamento della componente relativa ai costi di approvvigionamento della materia prima che contribuisce per un +5% alla variazione complessiva della spesa per il cliente tipo, riflettendo le attese al rialzo delle quotazioni all’ingrosso nei mercati a termine in Italia e in Europa, legate sostanzialmente ai maggiori consumi del periodo invernale e ad alcuni problemi tecnici relativi al sistema inglese che si sono riflessi anche sui prezzi continentali.
In contenuto aumento, +0,4%, la componente relativa al servizio di trasporto (Qt), a causa della variazione della componente tariffaria QTFi, a copertura dei costi di trasporto del gas dal PSV al punto di riconsegna, e della componente QTVt, a copertura dei costi relativi alle perdite di rete e al gas non contabilizzato.
Leggero incremento, +0,4%, anche per la componente relativa al servizio di distribuzione e misura per l’aggiornamento relativo al 2017. Piccolo aggiustamento, +0,1%, per la componente QVD a copertura dei costi di commercializzazione della vendita al dettaglio. A controbilanciare gli aumenti la riduzione, -1,2%, della componente a copertura del meccanismo per la rinegoziazione dei contratti di lungo termine (CPR) in vista della regolazione delle partite economiche connesse con la sua cessazione. Si arriva così al complessivo +4,7% per la spesa del cliente tipo.