Parzialmente scemato l’interesse intorno al tema dell’immigrazione, che – a giudicare dalla valanga quotidiana di post su alcune delle principali pagine social che gli fanno capo – resta comunque, di gran lunga, il suo cavallo di battaglia, il Ministro dell’Interno Matteo Salvini apre un nuovo fronte, mettendo mano, questa volta, al delicato tema dell’emergenza abitativa e dell’occupazione abusiva di immobili.
Ad aprire le danze, la circolare a firma del capo di Gabinetto del Viminale, Matteo Piantedosi, indirizzata ai prefetti e già ribattezzata “Direttiva sgomberi”.
Dopo aver premesso che “L’occupazione abusiva degli immobili costituisce da tempo una delle principali problematiche che affliggono i grandi centri urbani del Paese” e che, malgrado le misure in essere, a partire dal decreto-legge n. 14 /2017, “la gestione del tema dell’occupazione arbitraria degli immobili non ha compiuto significativi passi avanti, se non rispetto alle misure di natura preventiva rivolte ad evitare nuove occupazioni”, il documento dell’Interno entra nel vivo del nuovo indirizzo politico. Riportiamo di seguito i passaggi salienti.
“Si sta consolidando un orientamento giurisprudenziale volto a condannare il Ministero dell’Interno a risarcimenti molto gravosi, sulla base di una asserita inerzia che avrebbe determinato una illegittima compromissione dei diritti fondamentali di proprietà e dell’iniziativa economica. Di qui la necessità di assicurare la massima tempestività nell’iter istruttorio preordinato all’esecuzione dello sgombero. In questo quadro si ritiene di poter rassegnare alle SS.LL. (ai Prefetti, ndr.) le seguenti indicazioni”.
“L’art. 11 del decreto-legge n. 14/2017 prevede che al fine di assicurare il concorso della Forza pubblica per l’esecuzione dei provvedimenti di sgombero, il Prefetto individui una scala di priorità che tenga conto della tutela delle famiglie in situazioni di disagio economico o sociale. Viene da sé che, ai fini dell’individuazione dei suddetti criteri di priorità, il Prefetto debba essere in possesso di tutti gli elementi di conoscenza utili, tra cui le notizie in merito all’immobile, al suo stato e agli occupanti. A tal riguardo, l’unica soluzione percorribile è quella di ogni possibile censimento degli occupanti, che deve essere condotto, anche in forma speditiva, sotto la regia dei Servizi sociali dei Comuni e, laddove occorra, con l’ausilio dei soggetti del privato sociale. Il censimento dovrà essere finalizzato alla possibile identificazione degli occupanti e della composizione dei nuclei familiari, con particolare riguardo alla presenza, all’interno degli stessi, di minori o altre persone in condizioni di fragilità, oltre alla verifica della situazione reddituale e della condizione di regolarità di accesso e permanenza sul territorio nazionale”.
“Ebbene, soltanto qualora all’esito dei suddetti accertamenti si abbia fondato motivo di ritenere che i soggetti in situazione di fragilità interessati dall’esecuzione dello sgombero sarebbero privi della possibilità di soddisfare, autonomamente o attraverso il sostegno dei loro parenti, le prioritarie esigenze conseguenti alla loro condizione, i Servizi sociali dei Comuni dovranno attivare gli specifici interventi, che non potranno essere considerati negoziabili. Per tutti gli altri occupanti che non si trovano in situazioni di fragilità, invece, potrà essere ritenuta sufficiente l’assunzione di forme più generali di assistenza, da rendersi nell’immediatezza dell’evento. Ad esempio, potranno essere individuate strutture provvisorie di accoglienza ove poter collocare gli occupanti per il tempo strettamente necessario all’individuazione da parte loro di soluzioni alloggiative alternative. Infatti, pure alla luce della citata giurisprudenza è da ritenersi che, nel contemperamento dei diversi interessi che vengono in rilievo in relazione agli sgomberi, il diritto di proprietà receda limitatamente ed esclusivamente a fronte di quelle situazioni che possono pregiudicare l’esercizio da parte degli occupanti degli impellenti e irrinunciabili bisogni primari per la loro esistenza, collegati a una particolare condizione di vulnerabilità”.
“Nella fase successiva allo sgombero, poi, sarà cura degli enti preposti compiere valutazioni più approfondite e individuare le soluzioni che possano permettere via via di sostenere i percorsi d’inclusione sociale delle persone in situazioni di fragilità, anche all’interno di complessive strategie di intervento condivise con le Regioni”.
In un confronto socio-politico che ormai viaggia prevalentemente sui social network, anche il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, ha espresso con un post su Facebook (immediatamente condiviso da pagine tra cui la discussa “Lega Salvini Premier”), la propria soddisfazione per il documento emanato dal Vicinale: “La circolare del Ministero dell’Interno in materia di occupazioni abusive di immobili segna un passaggio importante del quale va dato atto al Ministro dell’Interno Matteo Salvini, che al proposito aveva assunto impegni precisi. Essa, peraltro, richiama opportunamente l’attenzione sulla recente giurisprudenza che – facendo giustizia di precedenti indirizzi meno rigorosi – ha affermato il sacrosanto principio secondo il quale i proprietari di immobili devono essere risarciti dallo Stato per l’inerzia che questo manifesti sia nell’attività di prevenzione delle occupazioni illegali sia nella fase di repressione delle stesse.
L’auspicio – chiude Spaziani Testa – è che l’impulso del Ministero dell’Interno alla sollecita attività di sgombero dei troppi edifici illegalmente occupati in Italia non venga vanificato, da un lato, da manovre dilatorie da parte di quegli enti locali che la circolare chiama a collaborare per le attività di censimento e, dall’altro, da comportamenti compiacenti nei confronti di artate rappresentazioni di situazioni di fragilità. Sarebbe un film già visto, nei confronti del quale occorre approntare ogni possibile misura surrogatoria da parte dello Stato”.
La prima replica – diretta a Salvini, ma indiretta a Spaziani Testa – arriva da Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio nazionale degli assistenti sociali che, come riportato dalle principali agenzie di stampa, afferma: “La più evidente tra tutte le criticità è quella che – di fatto – assegna ai Servizi sociali dei Comuni, e quindi alla figura professionale dell’assistente sociale, un ruolo che molto si avvicina a quello dell’agente di pubblica sicurezza. Ribadiamo, inoltre, che la soluzione del problema abitativo – che va contemperato, da un lato, con il dovere di interventi pubblici a favore dei soggetti più fragili e in condizioni di disagio, e, dall’altro, con il rispetto del principio del diritto di proprietà – non può passare tramite la sola e mera stesura di una circolare che, a nostro avviso, sposta solo il problema. Non si affronterà nulla senza un piano credibile e forte di sviluppo di politiche abitative e di contrasto dell’esclusione sociale dei soggetti fragili”.
Se, dunque, gli assistenti sociali esprimono fin da subito tutte le proprie perplessità sulla circolare dell’Interno, le obiezioni delle opposizioni sono, ovviamente, di carattere politico.
Di seguito, i post pubblicati su Facebook dal presidente Pd, Matteo Orfini, e dal presidente di Leu, Stefano Fassina.
“Purtroppo con un governo che fa della mistificazione una missione, ogni volta tocca dilungarsi nelle argomentazioni. Partiamo dai fondamentali: per la nostra Costituzione la casa è un diritto. Questo significa che nessuno dovrebbe vivere in una condizione di emergenza abitativa. È la ragione per cui in questo Paese per anni si sono messe in campo politiche per la casa volte a raggiungere questo obiettivo.
Non è andata sempre benissimo e non sempre si sono fatte scelte giuste. A volte le politiche per la casa sono diventate un sostegno a chi le case le costruiva più che a quelli che ne avevano bisogno. A volte si è finito per favorire la rendita. Non a caso, ancora oggi, soprattutto nelle grandi città, decine di migliaia di persone vivono in una condizione di emergenza. Che significa – per dirla in modo meno garbato – non sapere dove dormire. Le case popolari non bastano e non sempre si hanno le risorse per un affitto. Tanto meno per comprare.
Ovviamente, chi si trova in queste condizioni non è felice di starci, anzi. Parliamo di povertà, di condizioni di fragilità. Qualcuno per disperazione finisce per occupare. A volte si tratta di una casa popolare che però spetterebbe a qualcun altro. In alcuni casi questo accade perché la criminalità organizzata occupa spazi lasciati liberi dalle istituzioni e gestisce un vero e proprio racket. È del tutto evidente che questo fenomeno va combattuto e sradicato.
Ma ci sono anche occupazioni differenti. Ci sono migliaia di persone che vivono in edifici che erano abbandonati da tempo e che sono diventati per quelle persone l’unica possibilità di dare un tetto provvisorio alla propria famiglia. Tetto che avrebbero dovuto garantire le istituzioni.
Certo, non è una soluzione perfetta. Certo, è illegale. Ma lo è anche negare un diritto costituzionale. Certo la situazione va affrontata. Circa un anno fa Minniti emanò una circolare ai prefetti nella quale si spiegava che lo sgombero di quegli edifici doveva avvenire solo dopo che fossero state individuate soluzioni alternative di concerto con gli enti locali. Oggi Salvini invita i prefetti a sgomberare senza curarsi di dove finiranno quelle famiglie. Per lui e per il governo evidentemente è un problema secondario.
Alle mie obiezioni Salvini risponde che la proprietà privata è sacra. Benissimo, però come ho spiegato fin qui non è di questo che stiamo parlando. Se si vuole lottare per la legalità si dichiari guerra alle piccole e grandi mafie che soprattutto in alcune periferie difficili gestiscono il racket delle case popolari. Ma non è evidentemente questo il punto. La legalità viene invocata solo per propaganda. Qui c’è qualcosa di diverso anche se certamente non nuovo, un cavallo di battaglia storico della destra peggiore: la povertà considerata come colpa, il disagio come questione di ordine pubblico. Non è un caso che la gestione di un dramma sociale viene scaricata sui prefetti, mentre i ministri fanno le dirette sui social. Altro che prima i più deboli, prima i poveri. Per questo governo i poveri vanno puniti”.
“Salvini è un fenomeno: con una circolare intima ai Prefetti di sgomberare al più presto, senza se e senza ma, edifici occupati abusivamente e così risolve la drammatica carenza di alloggi in Italia. Ma dove vive Salvini? Chi occupa illegalmente lo fa per disperazione: sono 50enni buttati fuori dal lavoro, morosi incolpevoli; sono giovani coppie con figli e lavori precari e sottopagati; sono persone senza alternative. Chi fa il furbo va perseguito, ma il problema della casa è un’enorme e crescente dramma sociale.
l diritto alla proprietà va tutelato attraverso l’ampliamento dell’edilizia residenziale pubblica. Invece di fare gli interessi dei più forti con la flat tax, il governo finanzi, allargando – qui sì – il deficit di bilancio, un piano pluriennale di investimenti per recuperare decine di migliaia di immobili pubblici nelle grandi città e dedicarli a edilizia residenziale pubblica. L’Italia ha circa un quarto dell’offerta media europea e da decenni sono assenti politiche per la casa. Con la circolare emanata Salvini non risolve i problemi, li aggrava”.
Chiaramente, nell’ormai consueto botta e risposta quotidiano con tutti gli oppositori dei suoi provvedimenti o proclami, il vice-premier non poteva perdere, neanche questa volta, l’occasione per una replica social. Eccola: “Il Pd definisce folle la Direttiva Sgomberi? Roba da matti! La proprietà privata è SACRA, e sono troppi gli Italiani vittime di occupazioni da parte non di bisognosi, ma di furbi e violenti. Se affitti il tuo appartamento alla persona sbagliata che non ti paga, e magari torni ad averne bisogno per i tuoi figli, non puoi metterci due anni a tornare in casa tua!”.
Ineccepibile, in senso stretto, quest’ultima affermazione. Decisamente meno, alcuni passaggi della circolare ministeriale (come il ruolo assegnato agli assistenti sociali, nonché l’assenza di qualsivoglia progettualità, sia nella gestione ex post degli sgomberi, sia dell’emergenza abitativa nel suo complesso. Così come, gli ormai abituali toni accesi e propagandistici, tanto più se nella versione integrale della circolare sono più volte richiamati i rischi in materia di ordine pubblico.