[A cura di: Sicet]
Il ministero delle Infrastrutture ha provveduto a ripartire 250 milioni di euro alle Regioni per la realizzazione di un programma integrato di edilizia residenziale sociale che, come riportato nel preambolo del decreto del 4 luglio scorso, va “omnicomprensivamente intesa quale sovvenzionata e agevolata”.
Questa precisazione – spiega in una circolare il Sicet Cisl – è tutt’altro che marginale trattandosi in realtà delle residue risorse finanziarie giacenti come “Fondi di edilizia convenzionata/agevolata programmi centrali” che erano stati stanziati in base all’articolo 2, comma 1, lettera f) della Legge 457 del 1978 per iniziative sperimentali.
Nel frattempo, però, è intervenuta la delibera del Cipe del 22 dicembre del 2017 che ha fatto propria la segnalazione del Mit riguardo “all’esistenza di un particolare disagio abitativo riscontrabile a livello nazionale a causa della insufficiente offerta di alloggi da destinare alle persone con limitata disponibilità economica” e alla necessità, sempre secondo il Cipe, di “dare risposte coerenti alle nuove dinamiche sociali, demografiche ed economiche che caratterizzano l’attuale disagio abitativo e al fabbisogno espresso dalla circa 600mila domande di edilizia residenziale pubblica giacenti presso le amministrazioni locali”.
Per il segretario generale del sindacato inquilini della Cisl, Nino Falotico, “il provvedimento di riparto dei fondi non è la panacea ma rappresenta comunque una boccata di ossigeno per l’edilizia sociale. Ora si tratta di spendere bene e rapidamente tali risorse. È opportuno pertanto che le Regioni accelerino i loro adempimenti, a partire dall’individuazione dei comuni che possono presentare le proposte di intervento. Riteniamo inoltre indispensabile – conclude il segretario del Sicet – che il ministero definisca quanto prima le tempistiche per il completamento del programma, nonché la possibilità di dirottare ai comuni virtuosi le somme eventualmente non utilizzate dai comuni non virtuosi”.