“Il reddito di cittadinanza può alleggerire provvisoriamente le forme più estreme di povertà, ma serve un meccanismo di perequazione sui costi legati alla casa, come affitti e utenze”. Lo ha detto il segretario generale del Sicet Cisl, Nino Falotico (foto), commentando la bozza del decreto che introduce il reddito di cittadinanza.
“La norma è particolarmente complessa – spiega il segretario del sindacato inquilini della Cisl – specie per quanto riguarda i requisiti di accesso. Certo, comprendiamo la necessità di stringere le maglie per far quadrare i conti, ma il percorso resta molto incerto e il rischio è che a pagare sul piano penale siano i cittadini per errori formali od omissioni non intenzionali. Per questo stiamo allertando le sedi territoriali del Sicet affinché, di concerto con i Caf, assicurino alle famiglie richiedenti il necessario supporto”.
Altro aspetto critico, per il segretario del Sicet, è il fatto che “il sussidio non è parametrato alle soglie di povertà assoluta, assai differenti tra un piccolo comune del Mezzogiorno e un’area metropolitana del Nord. Ragion per cui – osserva Falotico – sarebbe auspicabile un sistema di perequazione agendo in particolare sui costi connessi alla casa, come affitti e utenze, che variano significativamente tra Nord e Sud e tra piccoli e grandi centri urbani”.
Il segretario del Sicet rilancia infine la proposta del sindacato per una lotta strutturale al disagio abitativo: “Due terzi delle famiglie italiane a basso reddito – spiega Falotico – spende per l’affitto più del 25 per cento del proprio reddito, senza contare le utenze e le tasse. Questo significa che per affrontare la povertà bisogna risolvere il dilagante disagio abitativo con misure concrete come il potenziamento del fondo affitti e per la morosità incolpevole che va reso stabile e strutturale, il rilancio degli investimenti in edilizia residenziale pubblica e l’estensione della detrazione fiscale del 19 per cento anche ai contratti di locazione privata”.