Sono tra i 3,1 e i 3,7 milioni gli edifici da ristrutturare in Italia entro il 2033 in base a quanto prevede la proposta di direttiva sull’efficientamento energetico degli immobili attualmente all’esame dell’Eurocamera. Lo si è appreso a Bruxelles. Le stime sono state fatte in base a quanto indicato nel al documento licenziato a suo tempo dalla Commissione europea. Secondo la proposta della Commissione, saranno gli Stati a identificare le classi energetiche, con la G riservata al 15% degli edifici con le performance peggiori. Questi immobili andrebbero portati alla classe F entro il 2030 e alla E nel 2033.
Su circa 12,2 milioni di edifici residenziali in Italia, la fase uno interesserebbe quindi, secondo le stime europee, meno di 2 milioni di edifici, che con la fase 2 potrebbero arrivare fino a 3,7 milioni. Il numero degli immobili interessati dalle ristrutturazioni potrebbe comunque essere inferiore perché nel calcolo c’è da tenere anche conto delle deroghe per gli edifici di carattere storico che dovranno essere classificati dalle autorità nazionali. Le quali dovranno decidere tempi e modi di adattamento alle nuove regole pure per le seconde case o case vacanza, cioè quegli immobili abitati per meno di 4 mesi l’anno.
Ad ogni modo, si sottolinea ancora a Bruxelles, un ruolo essenziale per l’applicazione della direttiva spetterà ai Piani Nazionali di Ristrutturazione con cui i singoli Paesi decideranno come applicare la nuova norma europea in base alle misure sugli aiuti finanziari e di altro genere che potranno essere adottati a livello nazionale. In questo contesto, i singoli Paesi terranno anche conto dei sostegni provenienti dall’Ue attraverso strumenti come il Pnrr, il Fondo sociale per il clima, e i fondi regionali.
Nella sua versione della direttiva, si spiega ancora a Bruxelles, il Consiglio Ue non si è concentrato sugli interventi sugli edifici più energivori, come proposto dalla Commissione, ma su una “traiettoria” per ogni Paese, secondo la quale entro il 2033 il patrimonio immobiliare dovrebbe avere in media una classe energetica D.
Il testo finale del provvedimento ora all’esame del Parlamento Ue, in base alla procedura legislativa europea, sarà comunque il frutto del negoziato tra Consiglio, Pe e Commissione che prenderà il via una volta che anche la proposta dell’Eurocamera sarà stata definita e approvata dall’assemblea.
Fonte: agenzia Ansa