Mattone più caro. E mercato immobiliare con segnali positivi in Italia, nonostante la difficile congiuntura nazionale e non solo. Nel 2022 i prezzi delle case in vendita nel nostro Paese sono saliti del 2% in media rispetto al 2021. A dicembre hanno raggiunto i 2.074 euro al metro quadro. Tra alti e bassi che vedono in testa alla classifica delle città più care ancora Milano. Seconda Firenze e poi Roma.
A tracciare il bilancio residenziale dell’anno che si è appena chiuso è l’Osservatorio di Immobiliare.it, che fa il confronto anche tra le grandi e le piccole città, che conquistano un interesse sempre più crescente (+7,4%). A salire, nell’anno dell’inflazione a doppia cifra, sono anche gli affitti, aumentati a livello nazionale del 4,8% in un anno.
Il 2022 si chiude, dunque, con i prezzi delle abitazioni in crescita nonostante una leggera frenata nell’ultima parte dell’anno. La città dove sono aumentati di più rispetto al 2021 è Trieste, con un balzo di quasi il 9%, che porta a sfiorare i 2.000 euro al metro quadro. Ma è Milano che resta la città più cara d’Italia: nel capoluogo lombardo in media il prezzo al metro quadro di un appartamento supera i 5.100 euro (+4,9% rispetto al 2021). A seguire si piazzano Firenze, con oltre 4.000 euro al metro quadro (+1,4%) e poi Roma: la capitale si ferma ad un +1,5% con 3.340 euro al metro quadro, mentre Napoli è relativamente stabile (+0,7%, quasi 2.700 euro). Anche Bologna (+4,5%) si avvicina ai 3.300 euro al metro quadro.
Cifre alte. Tanto che per comprare casa nelle grandi città servono in media 6,9 annualità di stipendio, come calcola l’Ufficio studi del gruppo Tecnocasa. Milano si conferma la città con il maggiore numero di anni necessari: ben 13,2. Seguono Roma e Firenze con poco più di 9 anni di lavoro. All’opposto le città dove ne servono meno sono Palermo e Genova (rispettivamente 3,6 e 3,3 annualità di stipendio).
Gli immobili, intanto, si preparano a farsi più green. Ma si preannuncia battaglia all’Europarlamento in vista del voto sulla nuova direttiva per l’efficienza energetica degli edifici. Le modifiche proposte al testo della Commissione europea sono al momento oltre 1.500, che i gruppi politici cercheranno di ridurre nei prossimi giorni. La direttiva europea punta su nuove regole per ridurre i consumi, aumentare l’uso di fonti rinnovabili e migliorare dunque la classe energetica, fino via via ad azzerare le emissioni.
A cura di di Barbara Marchegiani, Agenzia Ansa