Nel 2019 prosegue la discesa dei prezzi del mercato immobiliare che determina una ulteriore riduzione del valore medio delle abitazioni e delle unita’ non residenziali. Tuttavia, il mercato immobiliare e’ caratterizzato da una dinamica positiva delle compravendite che bilancia parzialmente l’effetto della riduzione dei prezzi.
Cosi’ l’Istat nel report relativo alla ricchezza non finanziaria in Italia. Secondo le rilevazioni dell’istituto, il valore delle abitazioni, in discesa a partire dal 2012, diminuisce nel 2019 dello 0,2 per cento (dopo il calo dello 0,5 per cento nel 2018)e risulta inferiore di circa il 10 per cento rispetto a quello del 2011, anno in cui si e’ registrato il livello piu’ alto in serie storica. Il valore degli immobili non residenziali si riduce dello 0,6 per cento (-1,2 per cento nel 2018). Nel 2019, le famiglie consumatrici risultano proprietarie dell’81 per cento del valore del patrimonio residenziale: si tratta di unita’ residenziali utilizzate come abitazione principale o a disposizione delle famiglie come seconde case (soprattutto case per vacanza).
Il restante 12 per cento circa di proprieta’ delle famiglie e’ costituito da unita’ detenute dalle famiglie a scopo prevalente di investimento e di attivita’ di locazione che, coerentemente con i criteri di classificazione adottati nei conti nazionali, sono classificate come proprieta’ delle famiglie produttrici. Le societa’ non finanziarie sono proprietarie di poco piu’ del 6 per cento del valore totale delle abitazioni mentre le amministrazioni pubbliche ne detengono meno dell’1 per cento.
La quota di abitazioni posseduta dalle societa’ finanziarie resta molto al di sotto dell’1 per cento, nonostante il ruolo dei fondi immobiliari. Lo stock di immobili non residenziali e’ molto eterogeneo nella sua composizione, includendo immobili a destinazione commerciale, produttiva e gli uffici. Tali immobili possono essere sia strumentali, ossia utilizzati dalle imprese per l’attivita’ di produzione, sia detenuti a scopo di investimento. (segue)
Secondo l’Istat, le quote maggiori del valore di immobili non residenziali sono possedute dalle societa’ non finanziarie (quasi il 50 per cento nel 2019) e da famiglie (circa il 31 per cento). Le unita’ immobiliari di proprieta’ delle famiglie includono sia immobili detenuti dalle piccole imprese, per fini strumentali all’attivita’ produttiva, sia immobili non residenziali di proprieta’ delle famiglie dati in locazione (prevalentemente uffici, studi e negozi).
Le unita’ immobiliari di piu’ ampie dimensioni (capannoni industriali, centri commerciali, ecc.) sono detenute in prevalenza dalle societa’ non finanziarie. Nel 2019 il patrimonio non residenziale di proprieta’ delle amministrazioni pubbliche rappresenta il 14 per cento del totale. Il peso delle societa’ finanziarie (5 per cento) registra una tendenza alla crescita, riflettendo in particolare l’incremento del patrimonio dei fondi immobiliari; il valore degli immobili non residenziali di tale settore nel 2019 e’ aumentato di oltre il 7 per cento rispetto all’anno precedente; rispetto al 2005, il loro patrimonio non residenziale e’ piu’ che raddoppiato