Catasto: il dilemma principale è ancora sui valori degli immobili
- Redazione
- 27 gennaio 2015
Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto sulle Commissioni Censuarie, la riforma del Catasto cerca di procedere a passo più meno celere verso l’emanazione del secondo provvedimento, relativo alla definizione dei parametri per il calcolo di rendite e valori. Un’impresa, oltre che delicata, tutt’altro che semplice; e nella quale sta provando a dire la sua anche il Coordinamento interassociativo Catasto, costituito da Abi, Ance, Ania, Casartigiani, Cia, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confedilizia, Confesercenti, Confindustria e Fiaip.
Ultimo atto di un confronto finalizzato ad abbattere gli ostacoli che si frappongono tra la legge delega fiscale e l’effettiva revisione degli estimi, quello andato in scena nei giorni scorsi a Roma, dove il Coordinamento ha incontrato Gabriella Alemanno, vicedirettore dell’Agenzia delle Entrate, e Gianni Guerrieri, direttore centrale dell’Osservatorio mercato immobiliare e servizi estimativi.
Nel corso dell’incontro, hanno trovato conferma due aspetti positivi per la proprietà immobiliare. Innanzitutto, gli anni di riferimento per la determinazione di valori e rendite degli immobili saranno il 2012, il 2013 e il 2014: escluso, dunque, il 2011 (quando i valori degli immobili avevano fatto registrare un seppur minimo rialzo). In secondo luogo, per la definizione dei valori saranno prese in considerazione anche le aste giudiziarie, il che permette di ricomprendere anche quotazioni più basse di quelle del libero mercato.
Come sottolinea Confedilizia, presente al dibattito, “un acceso confronto si è invece avuto in merito all’invarianza di gettito, che l’Agenzia del Territorio considera da valutarsi negli effetti su scala nazionale e non comunale – rendendola quindi controllabile – come la Confedilizia interpreta invece il disposto della legge delega. Ma opinioni radicalmente diverse sono state espresse anche sul fatto che si vogliano modificare gli ambiti territoriali dell’Omi, peraltro sulla base di imprecisi criteri”.
Insomma: malgrado la buona volontà delle parti, i nodi da sciogliere sembrano ancora numerosi, tanto che all’uscita dall’incontro, lo stesso presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato: “L’incontro è stato abbastanza deludente e particolarmente preoccupante specie per quanto riguarda il trattamento degli immobili storico-artistici. Comunque, speriamo in miglioramenti anche con il concorso dell’Ufficio legislativo del Ministero delle finanze, che ha attualmente all’esame il provvedimento, per il quale contiamo su una approfondita valutazione anche da parte del Consiglio dei ministri, che lo esaminerà nella seconda metà di febbraio e, comunque, delle Commissioni Finanze di Senato e Camera. Nel fissare valori e rendite non si può infatti prescindere dall’attuale smodata pressione fiscale”.