“Calano le assunzioni di colf e badanti: nel solo mese di aprile abbiamo assistito ad una vertiginosa flessione, il 50% in meno rispetto all’anno precedente. Accanto a questo continuiamo a rilevare un incremento dei licenziamenti del personale domestico, complessivamente il 30% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con picchi che arrivano al 38% nella Lombardia. La somma di queste due variabili rischia di generare un effetto devastante per il comparto, già fanalino di coda per lavoro ‘nero’: a fronte di circa 860 mila lavoratori in regola, 1,2 milioni sarebbero, infatti, senza contratto“. È quanto dichiara Andrea Zini, vice presidente Assindatcolf, Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico (www.assindatcolf.it).
“Non potendo prevedere come evolverà la situazione a livello nazionale – prosegue – è comprensibile che le famiglie abbiano scelto di non assumere personale domestico, soprattutto in considerazione del fatto che ad oggi ancora non sono arrivati gli annunciati sostegni al reddito per colf e badanti che hanno subito danni a causa dell’emergenza Covid-19. Per questo motivo – aggiunge Zini – chiediamo al Governo di fare presto. Per l’aumento dei licenziamenti vale la stessa considerazione ma attenzione, perché se fino ad oggi la giustificazione poteva essere la paura del contagio, se non si correrà subito ai ripari già da maggio i licenziamenti saranno tutti per motivi strettamente economici“.
“Ecco perché – conclude – proprio oggi, unitamente alla Federazione Italiana Fidaldo, abbiamo inviato all’Esecutivo un documento in cui chiediamo misure economiche per il rilancio del comparto: dalla deduzione totale del costo del lavoro domestico, alla regolarizzazione dei domestici senza documenti già impiegati nel comparto, che secondo le nostre stime sarebbero circa 200 mila”.