Tutti coloro che detengono, a qualsiasi titolo, locali o aree che possano produrre rifiuti, sono chiamati a pagare la Tari, un tributo dovuto per sostenere i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
La Tari è una tassa. A differenza delle imposte, che consistono in un prelievo coattivo da parte di un Ente impositore non connesso a una prestazione specifica, le tasse vengono versate dai contribuenti in cambio di specifici servizi.
Proprio perché si tratta di una tassa, in caso di disservizi i contribuenti hanno il diritto di richiedere il rimborso su quanto pagato di Tari.
RIMBORSO TARI 2023: QUANDO SPETTA E A CHI
Il principio in base al quale si ha diritto a uno sconto sulla Tari in caso di disservizio è sancito dalla legge 147/2013. In base a questa legge, nel momento in cui il servizio viene interrotto causando danni o pericolo alle persone o all’ambiente, il cittadino può pagare solo il 20% della tassa sui rifiuti, presentando una certificazione Asl sul pericolo di salute pubblica. La legge, quindi, sancisce il diritto del cittadino di avere una riduzione dell’80% sulla tassa dei rifiuti se il servizio del Comune è scadente.
Inoltre, al comma 676/677 la legge stabilisce che chi ha il punto di raccolta dei rifiuti troppo lontano da casa ha diritto a uno sconto sulla Tari fino al 40%.
COME CHIEDERE IL RIMBORSO TARI PER DISSERVIZIO
La Tari è un tributo disciplinato su base locale, quindi le richieste di rimborso vanno presentate direttamente al Comune di appartenenza.
Per richiedere riduzioni, sconti e i rimborsi sul pagamento della Tari si possono seguire due procedure:
– collegarsi al sito del proprio Comune e compilare l’apposito modello di domanda;
– rivolgersi direttamente allo sportello degli uffici comunali.
Chi non paga la Tari o effettua il versamento in ritardo va incontro a sanzioni. La sanzione applicata di solito è pari al 30% dell’imposta o della tassa dovuta. Se il pagamento avviene dopo soli 10 giorni di ritardo, la sanzione viene ridotta seguendo le regole del ravvedimento operoso:
– riduzione alla metà poiché il pagamento avviene entro 90 giorni;
– riduzione di 1/15 se il pagamento si verifica entro 15 giorni.
Discorso diverso se, invece, la Tari non viene pagata del tutto. In questo caso le conseguenze diventano più gravi della semplice sanzione amministrativa, in base all’importo non pagato. Se l’importo complessivo di Tari non pagata supera i 30.000 euro si configura il reato di evasione fiscale, per il quale si rischia la detenzione; mentre sotto i 30.000 euro si tratta di un illecito tributario.