Promuovere una qualità energetica ottimale delle nuove costruzioni e incentivare un rinnovamento degli edifici esistenti, anche da un punto di vista delle prestazioni energetiche, rappresenta un driver fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei consumi energetici e degli impatti ambientali negativi ad essi associati. Per questo motivo l’Enea, l’Istituto per la Competitività (I-Com) e la Federazione italiana degli agenti immobiliari professionali (Fiaip) hanno realizzato, per il terzo anno consecutivo, un monitoraggio delle dinamiche del mercato immobiliare osservate rispetto alla variabile efficienza energetica.
Più nello specifico, da una parte, sono state analizzate le transazioni immobiliari nell’anno di riferimento (in questo caso il 2015) rispetto alla classe energetica degli edifici presenti sul mercato; dall’altro si è indagato sulla percezione dei diversi attori del mercato immobiliare rispetto all’importanza dell’efficienza energetica, osservata attraverso la mediazione degli agenti immobiliari professionisti. I dati emersi sono il frutto delle risposte di oltre 900 agenti immobiliari.
I RISULTATI
Nel 2015 si consolida il trend degli investimenti nelle abitazioni con un aumento del dato relativo alle ristrutturazioni e un segno meno per gli investimenti in nuovi edifici ad uso abitativo. Non sorprende, quindi, che gli edifici appartenenti alle prime tre classi energetiche (A+, A e B) rappresentino una piccola percentuale (compresa tra il 7% e il 13% a seconda della tipologia di immobile) rispetto al totale degli immobili compravenduti. Questi dati sono in assoluta continuità rispetto all’anno precedente.
Interessante il dato relativo all’ubicazione dell’immobile: se per tutti gli edifici collocati in zone centrali, semicentrali, periferiche e di estrema periferia la percentuale di edifici compravenduti appartenenti alle classi energetiche A+, A e B ha un peso relativo compreso tra il 6% e l’8%, lo stesso dato, per gli immobili di pregio, raddoppia raggiungendo valori prossimi al 18%. Ciò conferma il trend rilevato nel 2014.
L’analisi dei dati rispetto allo stato di conservazione dell’immobile conferma la buona qualità degli edifici di nuova costruzione (poco meno del 50% sono in classe energetica A+, A o B). In ripresa anche i dati relativi agli edifici esistenti, con un 10% circa degli immobili in buono stato di conservazione o recentemente ristrutturati che appartengono alle prime tre classi energetiche (nel 2014 tale dato era circa la metà), mentre permane, per ovvie ragioni, la criticità degli immobili da ristrutturare. Sebbene il dato sugli edifici ristrutturati sia in ripresa rispetto all’anno precedente, rimane una forte criticità sul basso numero di ristrutturazioni edilizie che abbiano previsto anche gli aspetti energetici del rinnovamento di un edificio.
EFFICIENZA
Passando all’analisi dei dati più qualitativi dell’indagine sulla percezione del concetto della performance energetica degli edifici da parte di chi compra o vende un immobile, emerge, in continuità con l’anno precedente, una criticità nel saper valutare la qualità energetica di un immobile. Gli agenti immobiliari ritengono infatti che il 54% di chi compra un immobile non sia in grado di valutare adeguatamente la prestazione dell’abitazione che sta acquistando (percentuale che sale al 65% nel caso di chi vende).
Inoltre, dall’analisi emerge che l’Ape (Attestato di prestazione energetica) non aiuta ad orientare il mercato, visto che il 58% di chi vende o compra un immobile non sembra ritenerlo uno strumento utile. La situazione migliora, ovviamente, guardando direttamente agli attori professionisti del settore (gli agenti immobiliari nel nostro caso), per il 60% dei quali l’attestato di prestazione energetica è utile.
COMPRAVENDITE
A fronte di segnali di ripartenza del mercato immobiliare nel 2015, l’indagine condotta mostra una sostanziale staticità rispetto all’anno precedente. In un quadro generale di scarsa qualità energetica degli immobili compravenduti, si registra una buona performance degli edifici di pregio (segno che il segmento più alto del mercato consolida le sue scelte rispetto all’impronta energetico/ambientale delle costruzioni) e, come ovvio, delle nuove costruzioni. Meno incoraggiante il dato che emerge dallo stato degli edifici ristrutturati: una porzione troppo alta, infatti, ricade in una classe energetica molto scadente, segno che la finestra di opportunità per una riqualificazione energetica dell’immobile non è stata colta.
IL COMMENTO
“A fronte di tali risultati, che definirei in linea con il trend degli altri Paesi europei – dichiara Roberto Moneta, Responsabile dell’unità tecnica per l’efficienza energetica dell’Enea – è evidente che esistono ampi spazi di miglioramento. L’Ape è un potente strumento di informazione sia per l’acquirente che per il venditore: può dare la misura del comfort abitativo di un immobile e diventare il riferimento per una riqualificazione veramente intelligente che aumenti, di conseguenza, il valore economico dell’edificio. Proprio per questo, le agenzie immobiliari hanno un ruolo strategico e rappresentano il trait d’union fra i diversi attori: imprenditori, proprietari ed inquilini”.
INFORMAZIONE
Per colmare questo gap negativo, l’Enea, Fiaip ed I-Com stanno pensando a diverse iniziative comuni che rientrano nel Programma Triennale di Informazione e Formazione previsto all’art. 13 del Dlgs 102/2014 e gestito dall’Enea. In particolare, durante il 2016 saranno organizzate giornate informative rivolte agli operatori del settore per promuovere l’Ape e verranno realizzati materiali divulgativi che le agenzie immobiliari veicoleranno ai propri clienti attraverso i diversi canali a loro disposizione. Parallelamente, si intende attivare, all’interno dell’Osservatorio Parlamentare per il Mercato Immobiliare, un tavolo specifico dedicato all’efficienza energetica attraverso il quale definire proposte condivise con i principali stakeholder da sottoporre all’attenzione dei decision maker”.