Dall’inizio della crisi economica, in Italia sono stati persi circa 109 miliardi di euro di investimenti. E il settore dell’immobiliare, ivi compreso il segmento della casa, è stato uno di quelli più colpiti. Il dato, impressionante, emerge da un’indagine condotta dalla Cgia di Mestre, che ha preso in esame il periodo compreso tra il 2007 e il 2014.
Secondo il report, il comparto che ha subito i contraccolpi più significativi è stato quello dei mezzi di trasporto (autoveicoli, automezzi aziendali, bus, treni, aerei, etc.), in flessione del 43,4 per cento (-10,9 miliardi di euro). A stretto giro di posta si collocano, tuttavia, i fabbricati non residenziali (capannoni, edifici commerciali, opere pubbliche, etc.), con un calo del 38,6 per cento (-39,1 miliardi) e le abitazioni. Nello specifico, l’edilizia residenziale ha fatto segnare una variazione negativa del 31,6 per cento (-31,7 miliardi).
RITORNO AL PASSATO
Stando alle valutazioni della Cgia, se si analizza quanto è successo negli ultimi decenni, ci si accorge che l’ammontare complessivo degli investimenti fissi lordi del 2014 (259,1 miliardi di euro) è quasi lo stesso che si aveva nel 1995 (264,3 miliardi di euro). In buona sostanza siamo ritornati allo stesso livello di 20 anni fa. In prospettiva, però, le cose sembrano destinate a migliorare. Secondo quanto riportato nel Def 2015, quest’anno si dovrebbe registrare una crescita del +1,1 per cento, nel 2016 del +2,1 per cento, nel 2017 del +2,3 per cento, nel 2018 del +2,2 per cento e nel 2019 del +2,1 per cento.
“Gli investimenti – sottolinea Paolo Zabeo della CGIA – sono una componente rilevante del Pil. Se non miglioriamo la qualità dei prodotti, dei servizi e dei processi produttivi siamo destinati a impoverirci. Senza investimenti questo paese non ha futuro. Ricordo, altresì, che le imprese contribuiscono per oltre il 60 per cento del totale nazionale degli investimenti. Queste ultime, pertanto, saranno chiamate a giocare un ruolo determinante. Per fare ciò, il sistema creditizio dovrà sostenere le imprese con nuova liquidità: altrimenti, con quali risorse gli imprenditori potranno rilanciare gli investimenti?”.