Mentre il nostro pianeta diventa sempre più caldo e la popolazione mondiale aumenta, la domanda di condizionatori raddoppia, superando nel 2020 la soglia dei 2 miliardi totali. Nel 2050 i condizionatori saranno oltre 5,6 miliardi in tutto.
Il problema non sta nel costo economico, in quanto i condizionatori consumano in realtà meno di quello che si pensi. Il vero inquinamento che producono è di tipo energetico, con un forte impatto sull’ecosistema.
Secondo uno studio pubblicato su Environmental Science & Technology dell’Università di Wisconsin-Madison l’elettricità usata per l’aria condizionata, che risulta quasi indispensabile per affrontare la giornata o un viaggio in macchina breve o lungo che sia, causa un aumento di gas nocivi che vengono immessi nell’atmosfera tra cui l’anidride carbonica, l’anidride solforosa e ossido di azoto. Ogni volta che la temperatura media si innalza di 1°C nella stagione più calda, le emissioni aumentano di circa il 3,5% proprio a causa dei condizionatori. All’interno delle case la situazione sarà simile. In Italia, l’Istat riporta che 3 famiglie su 10 sono in possesso di impianti di raffreddamento. Negli uffici pesa per il 57% sui consumi energetici mentre per le famiglie (sempre secondo i dati Istat) circa il 70% delle spese energetiche riguarda il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici.
Esiste inoltre una disparità a livello distributivo. In India – dove le temperature richiedono uno strumento per stare al fresco – soltanto il 10% della popolazione possiede un condizionatore. Al contrario, in Paesi come Stati Uniti e Giappone il 90% della popolazione possiede un condizionatore. In questi ultimi l’economia si sta sviluppando più velocemente e stanno riscontrando un aumento di temperatura più forte. Solo il 12% delle persone che vive nei Paesi più caldi in via di sviluppo possiede un condizionatore e la domanda è destinata ad aumentare da qui a 20 anni.
In una casa da 20 a 30 metri quadrati l’anidride carbonica prodotta è di 78 grammi ogni ora con condizionatore classe energetica A+++. Nella stessa casa, si producono 132 grammi di CO2 ogni ora con condizionatore classe energetica B, mentre se ne producono 220 con condizionatore classe energetica F. Ipotizzando invece un appartamento da 40 a 75 metri quadrati, si consumano 259 grammi ogni ora di anidride carbonica con classe energetica A+++, se ne consumano 440 con classe energetica B, se ne consumano 733 con classe energetica F. Il consumo sale se bisogna raffreddare una casa più grande.
Tutto ciò equivale anche per gli impianti di climatizzazione all’interno delle auto. Quando l’aria condizionata in auto è accesa, il consumo di carburante aumenta del 20-30% e porta anche ad una perdita di potenza del veicolo. Per mantenere la stessa potenza bisogna fare maggiore pressione sull’acceleratore e quindi si consuma più carburante.
Utilizzando il condizionatore al massimo, l’anidride carbonica emessa è di circa 138 grammi al chilometro, mentre utilizzandolo con parsimonia è di circa 126 grammi per chilometro. In autostrada il consumo per chilometro è più basso e si consumano circa 121 grammi per chilometro.
Riassumendo: L’emissione di gas, polveri e fumi sottili, dovuti alla circolazione delle auto è una delle principali cause dell’inquinamento. Gli effetti inquinanti derivanti dalla combustione del petrolio, rendono l’aria poco salutare per il Pianeta. I gas di scarico delle automobili aumentano la presenza di anidride carbonica nell’atmosfera, che influisce negativamente sull’effetto serra.
A tal proposito il Governo ha emesso una sanzione proprio per limitare al massimo lo spreco dei carburanti. La sanzione è stata emanata già nel lontano 2007, modificata nel 2010, successivamente rivista nell’ammontare delle sanzioni nel 2014 e ancora nel 2022, ad aprile di quest’anno.
L’obiettivo di fondo è limitare l’inquinamento provocato dalle auto e prevede una multa che va dai 223 euro ai 444 euro per chi usa l’aria condizionata in auto. Chiariamo che ciò non impone il divieto di tenere il condizionatore acceso in macchina ma l’unico caso in cui è vietato l’uso del condizionatore in auto è quello in cui l’auto è ferma a motore acceso ,con l’aria condizionata accesa, provocando spreco ingiustificato di carburante.
Non a caso il Codice della Strada stabilisce che è vietato tenere il motore acceso, durante la sosta del veicolo, solo per mantenere in funzione l’impianto di condizionamento d’aria del veicolo. Se si è in macchina e ci si muove, o si è fermi ad un semaforo o si è in coda, l’aria condizionata si può tenere accesa.Se l’auto è ferma e il motore della macchina si tiene acceso per avere l’aria condizionata all’interno dell’auto, allora si rischiano multe salate.
Tante soluzioni per affrontare tale problema esistono già, bisogna solo imparare ad adattarle, il prima possibile, su vasta scala. Di seguito alcune di esse:
• Le più recenti innovazioni tecnologiche nel campo, come ad esempio l’utilizzo dell’energia solare termodinamica, che sfrutta l’energia solare per il raffrescamento degli edifici, permette di consumare dal 30 al 90% in meno rispetto all’aria condizionata tradizionale.
• In città la pianificazione urbanistica sta avendo un ruolo crescente nella riduzione della necessità di costosi sistemi di refrigerazione. Si parla di impianti di condizionamenti dell’aria che sfruttano l’energia del sole con una riduzione del consumo di elettricità fino all’85%.
• Il sistema Start&Stop di cui sono dotate le auto moderne che prevede l’arresto temporaneo del motore e dell’aria condizionata anche durante la sosta al semaforo. Questa soluzione è fondamentale per evitare che l’aria condizionata rimanga accesa
La richiesta di “rinfrescamento” da parte dell’uomo deve, in maniera quasi necessaria, venire incontro a dinamiche più sostenibili e green, che sappiano abbracciare l’uomo e l’ambiente.
Fonte: https://www.prontobolletta.it/news/costo-reale-condizionatore/