Investimenti anche nel comparto edilizio. Questo l’oggetto di una comunicazione inviata dal presidente di Confabitare, Alberto Zanni, al Ministro per gli Affari Regionale Francesco Boccia.
Riportiamo di seguito un estratto della sua lettera.
“Il 14 settembre 2016 Confabitare è stata riconosciuta ed inserita dal MIT tra le associazioni maggiormente rappresentative della proprietà immobiliare a livello nazionale ed è quindi stata convocata al tavolo di confronto con tutte le altre associazioni nazionali del settore, per il rinnovo della convenzione nazionale che stabilisce i criteri generali per definire gli accordi in sede locale per i contratti a canone concordato (c.d. 3+2).
Un nuovo importante risultato l’abbiamo avuto, poi, sempre a livello nazionale, con l’iscrizione al Registro dei portatori di interessi presso la Camera dei Deputati, ottenuta nel novembre 2018, che ci consente di portare avanti le nostre proposte al Governo e di confrontarci con le varie Commissioni parlamentari sulle problematiche abitative.
Confabitare si pone dunque come un soggetto portatore di interessi specifici che ci pone al fianco dei nostri associati e, in generale, di chi possiede immobili, sia per affrontare e superare i problemi contingenti che per prepararsi alla crisi che investirà pesantemente il comparto immobiliare.
Come siamo consapevoli, però, che la situazione è ormai divenuta insostenibile: molte imprese e proprietari nel settore immobiliare hanno necessità di avviare investimenti e/o attrarre capitali. Molto spesso il freno burocratico e l’incertezza, la poca chiarezza nelle norme spaventano qualsiasi forma di attività immobiliare, vanificando così gli sforzi e le varie iniziative che si stanno faticosamente mettendo in campo per far ripartire il Paese.
La riapertura delle attività non risolve questa situazione in modo automatico né rapido. Non c’è un “meccanismo automatico di mercato” che riporta la situazione economica allo status quo ante, come se nulla fosse successo.
In questo contesto il comparto immobiliare, che esce da oltre dieci anni di crisi, ne subirà conseguenze pesanti ed imprevedibili. Confabitare è seriamente preoccupata di quella che potrà essere la ricaduta su tutto il comparto immobiliare. E non è certo il credito d’imposta l’unica risposta che lo Stato può e deve dare, ma altre forme, quali: la semplificazione delle procedure in materia di autorizzazioni edilizie ed ambientali.
Molto spesso le compravendite immobiliari subiscono un freno per l’accertamento della cd “conformità urbanistica” sull’immobile oggetto di transazione a causa di qualche piccolo abuso, spesso non sanabile per la verifica della doppia conformità urbanistica, magari conforme alle norme attuali e difforme rispetto alle norme vigenti al momento della violazione edilizia, così come attualmente previsto dal D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, art. 36 (c.d. Testo Unico Edilizia).
Per cui sarebbe auspicabile una modifica all’art.36 che prevede la eliminazione della doppia conformità e la possibilità del rilascio del Permesso o Scia a sanatoria qualora l’intervento sia conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia alla data della presentazione della domanda.
Confabitare ritiene quindi che sia doveroso un approfondimento che potrebbe essere utile per il pacchetto di norme anti-burocrazia”.