“Come è andata questa manovra rispetto alla prima bozza? Meglio? Assolutamente no, non è cambiato molto. Se ci riferiamo in particolare alla questione degli affitti brevi noi non condividiamo l’aumento della tassazione”.
Così ha dichiarato Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, a Radio Cusano Campus durante la trasmissione radiofonica “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi, Roberta Feliziani e Fabio Salamida.
“L’altra presunta novità che viene indicata come tale è l’introduzione del CIN, il codice identificativo degli immobili che, in realtà, nella nostra legislazione esiste dal 2019 e che necessitava solo di attuazione”, ha continuato Spaziani Testa. “Dubito fortemente che porterà a quello che dice Forza Italia e cioè ad un recupero di gettito fiscale per il miliardo di euro. È fondato sul nulla quel dato. Ricordo a Forza Italia, con la quale siamo stati in contatto fino all’altra sera, che i b&b sono tutti tracciati, la gente se vuole evadere fa altre cose”.
“Quell’aumento di tassazione sugli affitti brevi non porterà granché – ha sottolineato il presidente di Confedilizia – se porterà qualcosa porterà pochi euro. Un sottosegretario autorevole come Fazzolari ha detto in un’intervista di qualche giorno fa che quella misura non è stata fatta per fare cassa, ma per disincentivare gli affitti brevi e portare più affitti lunghi per famiglie e studenti. Ecco, io credo che questa cosa non accadrà. Con un aumento di tassazione così, di questo tipo, non ci sarà lo spostamento dei proprietari da un affitto all’altro e quindi, mi chiedo perché sia stata fatta questa cosa”.
Alla domanda se giusto mettere delle regole più stringenti per gli affitti brevi, Giorgio Spaziani Testa ha risposto, “Qualcuno dice che con gli affitti brevi non si trovano più le case da affittare per le persone che ci vogliono vivere dentro, le città diventano dei grandi luna park per turisti e la popolazione va poi a vivere nelle periferie estreme. Allora questa è la narrazione, dubito che sia completamente fondata ma, se anche fosse fondata, noi abbiamo l’idea che se un fenomeno piace e un fenomeno piace meno, non si debba vietare il fenomeno ma si debba guardare in positivo e cercare di incentivare, tutelare e far emergere il fenomeno che piace di più. Traduco, sull’affitto lungo ci sono molte e sempre crescenti perplessità dei proprietari”.
“L’altra parte la dovrebbe fare lo Stato”, ha precisato poi Spaziani. “Dovrebbe fare in due modi: quella donna incinta, quella persona indigente eccetera, va ospitata nelle case di proprietà pubblica che ci sono, ma che potrebbero essere di più”.
E riguardo ciò ha sottolineato, “Decine di migliaia di queste sono vuote, abbandonate, non utilizzate. Quindi la prima responsabilità dello Stato non è andare a caricare di oneri i privati, ma è fare quello che deve fare uno Stato. L’altro intervento può essere tentare di indirizzare i fenomeni con incentivi e garanzie. Perché se impiego oltre un anno per entrare in possesso del mio immobile quello è un problema”, ha spiegato. “Se poi, oltre a queste regole mal fatte nell’ordinario, subisco per due anni un blocco degli estratti per via della pandemia che mette dentro bisognosi, non bisognosi, ricchi, poveri, con proprietari che alla fine non avevano più un reddito perché veniva considerato povero e in difficoltà, chiaro che queste cose poi condizionano le scelte delle persone. Quindi lo Stato deve fare la sua parte, dando case a chi ne ha bisogno e indirizzando le scelte con incentivi e non con disincentivi”, ha infine concluso il presidente di Confedilizia.
Liliana Chiaramello – Ufficio Stampa Cusano