Fin da subito, l’annuncio del Governo di tagliare l’imposizione sulla casa, a partire dal 2016, è stata accolta positivamente dal comparto dei proprietari immobiliari. Dopo le conferme arrivate dal premier Matteo Renzi sulla volontà di applicare il taglio su tutti gli immobili, è tornato sull’argomento anche il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, questa volta ponendo l’attenzione sul mercato delle locazioni: “Il Presidente del Consiglio ha confermato che l’impegno ad eliminare la tassazione sulla prima casa riguarda tutti gli immobili, senza distinzioni: sia quelli soggetti alla Tasi, sia quelli soggetti anche all’Imu. È una sottolineatura importante, così come importante è la presa di coscienza, da parte del Premier, dell’effetto psicologico che una diminuzione della tassazione immobiliare può determinare. Ma proprio per questo, al Governo chiediamo un passo ulteriore: quello di almeno iniziare un’opera di riduzione dell’imposizione sugli immobili locati, che sono stati particolarmente danneggiati dall’introduzione di Imu e Tasi e che rappresentano un volano di sviluppo per l’economia, oltre a svolgere in molti casi una funzione sociale. L’esigenza di limitare la tassazione riguarda in realtà tutti gli immobili, considerato che essa si è quasi triplicata ed è ora più che doppia rispetto alla media europea, ma per l’affitto siamo all’emergenza, ed è da qui che si dovrebbe iniziare. Rispetto al 2011 – ultimo anno di applicazione dell’Ici – un’abitazione affittata con contratto libero paga il 160% in più di imposte patrimoniali (che si aggiungono a quelle sul reddito da locazione). In caso di contratto concordato, e cioè a canone più basso di quello di mercato, l’aumento sfiora il 300%: per queste locazioni, dunque, la tassazione si è addirittura quadruplicata, nonostante si tratti di quelle riguardanti le fasce deboli. Anche per gli immobili non abitativi la situazione è gravissima: le imposte statali e locali erodono fino all’80% del canone, che diventa il 100% se alle tasse si aggiungono le spese, riconosciute fiscalmente nella (offensiva) misura del 5%. Se si vogliono impedire conseguenze sociali ed economiche disastrose, con la local tax deve prevedersi un intervento di detassazione dell’affitto. Un segnale in tale direzione – conclude Spaziani Testa – è indispensabile, e lo si potrebbe dare con limitatissime risorse”.