COSÌ GLI STATI UNITI TUTELANO LA PROPRIETÀ
[di Corrado Sforza Fogliani, pres. Centro studi Confedilizia]
Ecco le tutele di cui godono, negli Stati Uniti, i proprietari nel momento in cui concedono il loro immobile in locazione. Prendendo ad esempio i casi di New York e Miami (i luoghi di maggior interesse per gli investitori italiani), le locali leggi prevedono essenzialmente due categorie di persone cui poter affittare: i “Section 8 tenants” e i “Non Section 8 tenants”. La prima categoria è rappresentata dagli indigenti: soggetti che difficilmente potrebbero permettersi di pagare un canone di locazione e che, per questo, sono inseriti in apposite liste nell’ambito del cosiddetto programma “Section 8”. Per questa categoria lo Stato concorre al pagamento dell’affitto, di norma, per l’80% dell’importo complessivo (ma in alcuni casi è prevista “la copertura totale della pigione”), con la conseguente “garanzia assoluta” per i locatori di riscuotere tutti i canoni.
Per coloro che non rientrano, invece, in questo speciale programma (quindi i “Non Section 8 tenants” la locazione ai quali consente, in media, di ricevere canoni maggiori rispetto all’affitto agli indigenti), è da evidenziare che esistono lo stesso validi strumenti per avere una certa “sicurezza di incassare regolarmente l’affitto”. Prima di consegnare le chiavi all’inquilino, infatti, c’è la possibilità di controllarne, presso un apposito ente, il cosiddetto “credit score”, cioè la solidità finanziaria, ivi comprese le eventuali segnalazioni negative dovute a trascorsi di morosità. La procedura di sfratto, poi, “richiede tempi brevissimi”: non solo si esaurisce in una giornata ma l’inquilino moroso “ha un massimo di 30 giorni per saldare il dovuto, alla scadenza dei quali lo sfratto diventa esecutivo, senza nessun tipo di eccezione e con una spesa di poche centinaia di dollari”.