[A cura di: Achille Colombo Clerici – presidente Assoedilizia]
Riteniamo che la via della detassazione del contratto di locazione agevolato non sia la più efficace per incentivare l’investimento del risparmio privato nell’edilizia residenziale, necessario, tanto alla mobilità abitativa di un Paese moderno, quanto alla sua crescita economica. Ebbene, dobbiamo considerare che l’alleggerimento del carico fiscale su quel tipo di contratto, mentre certamente intercetta la logica economica del pensionato che deve ricavare un reddito dalla casa che affitta, non incontra quella dell’investitore che intenda collocare ex novo il risparmio in immobili destinati all’affitto abitativo, per ritrarne un reddito in qualche modo equiparabile a quello derivante dagli investimenti mobiliari.
L’investitore, infatti, è raro che agisca come persona fisica, che miri ad un inquilinato al di sotto del mercato, che si precluda la possibilità di locare a persone giuridiche, che insomma miri a doversi arrangiare, sia pure a fronte di agevolazioni fiscali compensative. Condizioni, queste, che devono tutte ricorrere per combinare efficacemente le agevolazioni fiscali derivanti dal regime della cedolare secca con quelle del contratto a canoni concordati.
Insomma, lo strumento del contratto di locazione agevolato è una misura in un certo senso di intervento di retroguardia. Serve cioè a tamponare, per gli investimenti già in essere, gli effetti devastanti dell’attuale carico fiscale. Produce in tal senso, semmai, un freno alla dismissione degli immobili in locazione. Ma certo non genera nuovi investimenti: in tal senso non è una misura adatta ad un’azione di avanguardia. L’effetto negativo di tale impostazione è più grave quando, per rendere operativa la misura di retroguardia, si tenda a disincentivare la via dell’azione di avanguardia; come in effetti si continua a fare.
E dunque, quando la categoria dei proprietari immobiliari chiede sgravi fiscali sulle locazioni private e si sente rispondere dal Governo, come sta ormai avvenendo da anni, con misure agevolative rivolte al settore del contratti abitativi concordati, non può certo ritenersi soddisfatta. È un primo passo; ma non può rimanere il solo, come purtroppo ormai accade. Occorre viceversa una detassazione indifferenziata di tutti gli immobili concessi in locazione, siano essi abitativi o commerciali”.