Sotto alcuni aspetti la situazione è analoga allo specifico italiano. Da altri punti di vista, invece,le condizioni sono estremamente diverse. È l’identikit delle case europee, come emerge dallo studio recentemente pubblicato dall’Eurostat ed elaborato sulla base di un sondaggio del 2011. ebbene, nel Vecchio Continente gli immobili sono prevalentemente di proprietà, costruiti negli anni precedenti alla seconda guerra mondiale, abitati da uno o zero inquilini e a volte non hanno un bagno.
In Europa, come si legge nello studio – i cui risultati principali sono stati riportati anche dal portale Immobiliare.it – una casa su sei è disabitata: il fenomeno si concentra maggiormente nei Paesi del sud del continente, e si tratta per lo più di case vacanze, occupate solo in alcuni periodi dell’anno e nel resto dei mesi lasciate vuote. Il primato, non a caso, spetta all’Italia: secondo numeri Istat riferiti allo stesso periodo dello studio, nel nostro Paese si contano ben 7 milioni di case vuote.
Ma non ci sono solo tinte oscure in quest’analisi: si legge anche che il 70% degli europei vive in case di proprietà e in quattro casi su dieci non si hanno sulle spalle mutui da pagare, fatto che implica l’aver estinto un finanziamento o aver ereditato l’immobile. A preferire l’affitto sono in maggior numero i tedeschi, con il 47% di loro che opta per la locazione, seguiti dagli austriaci (43%).
Se molti alloggi, dunque, risultano per la maggior parte dell’anno senza occupanti, ben una casa su tre, in Europa, è invece abitata da una sola persona (per lo più donne): la percentuale arriva al 53% in città come Oslo, ma cala notevolmente a Londra, ad esempio, la capitale europea dove, a fronte di prezzi molto elevati, si sceglie maggiormente di vivere in condivisione. La City è anche quella dove convivono più coppie dello stesso sesso (13%). Per l’età degli immobili, infine, è Copenaghen a detenere il primato di anzianità, mentre fa riflettere un dato sulla Romania, dove il 38% delle case non ha neppure un bagno.
Ora, tra gli aspetti che maggiormente colpiscono dell’indagine, c’è quello relativo all’ampia disponibilità potenziale di tette senza o con pochi abitanti, a fronte di un’emergenza abitativa che in Europa sta diventando sempre più grave, complice anche il problema gestionale creato dal forte afflusso di profughi in fuga dalle zone di guerra e povertà. Un esempio fra i tanti: in Olanda ministri, province e consigli locali si sono accordati per l’attuazione di un piano abitativo con case “semi-permanenti” per i profughi, oltre a 2500 posti d’emergenza per provincia:. Come si legge sul sito “Dutch News”, ben 14mila case saranno costruite a breve termine e altre 10mila dovrebbero essere realizzate a seguire. Intanto il premier Mark Rutte spiega che gli sforzi per contenere il flusso dei profughi a livello internazionale vanno avanti, ma nel frattempo occorre offrire una “sistemazione austera ma decente” a chi arriva.