[A cura di: avv. Matteo Rezzonico, presidente Fna – www.fna.it] Fra le misure varate dal Governo per favorire la ripresa dell’economia, messa a dura prova dall’emergenza Coronavirus, figurano una serie di incentivi fiscali dedicati alla casa, tra cui spicca il maxi bonus del 110% per interventi di efficienza energetica e adeguamento sismico degli edifici. Una detrazione fiscale senza precedenti, anche se il suo campo d’azione è circoscritto solo a determinati lavori e per accedere all’incentivo è necessario ottenere il miglioramento di almeno due classi energetiche: passaggio tutt’altro che scontato.
A rendere più appetibile il bonus c’è comunque è la possibilità di cedere il credito derivante dalla detrazione direttamente all’impresa che esegue i lavori. Quest’ultima, a sua volta, può decidere di utilizzare il credito d’imposta per ridurre le tasse oppure cederlo alle banche e ottenere subito denaro liquido.
La novità rispetto al passato è però un’altra e consiste nella possibilità di cedere il credito connesso al Bonus facciate (detrazione del 90%) e a tutti quegli interventi di ristrutturazione edilizia che prevedono una detrazione del 50%.
In alternativa alla cessione del credito, per tutti gli interventi sopraelencati, sarà poi possibile optare per lo sconto in fattura, un contributo sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto fino ad un importo massimo pari al corrispettivo stesso, anticipato dal fornitore che ha eseguito gli interventi.
Un’ulteriore novità è la possibilità per i soggetti che fino ad oggi non potevano accedere agli incentivi di poterne adesso beneficiare. È il caso, ad esempio, dei contribuenti in possesso di una Partita Iva in regime forfettario, prevista per chi ottiene ricavi annui non superiori a 65.000 euro. Tale regime fiscale prevede che al reddito imponibile si applichi un’unica imposta nella misura del 15%, che va a sostituire le imposte sui redditi, le addizionali regionale e comunale e l’Irap. Di conseguenza, in assenza di Irpef, fino ad oggi questi soggetti non potevano beneficiare di alcun beneficio fiscale, ad eccezione dell’Ecobonus, ma soltanto in caso di cessione del credito. Sul punto l’Agenzia delle Entrate (risposta n. 309/2019) ha infatti chiarito che «(…) il credito d’imposta in questione può essere ceduto da tutti i soggetti teoricamente beneficiari della detrazione, anche se non tenuti al versamento dell’imposta. Tra i soggetti a favore dei quali può essere effettuata la cessione del credito vi sono, tra altri, i fornitori dei beni e servizi necessari alla realizzazione degli interventi agevolabili».
Gli ultimi provvedimenti del governo – come si è visto – prevedono la cessione del credito anche per le ristrutturazioni edilizie e, di conseguenza, alla detrazione del 50% potranno accedere anche i soggetti con Partita Iva forfettaria e tutti coloro che non sono soggetti alla tassazione Irpef.
“Le ultime novità sulle detrazioni – spiega il presidente di Fna Matteo Rezzonico – e in particolar modo il bonus del 110% su alcuni interventi di riqualificazione energetica, sono certamente accolte con positività, così come la possibilità di cedere il credito a imprese e banche e, non ultimo, lo sconto in fattura, che dopo la sua introduzione sembrava potesse essere accantonato. Il vero problema, però, riguarda gli interventi sulle parti comuni del condominio, che per il via libera necessitano di una delibera assembleare. Purtroppo, nonostante le pressioni delle associazioni, oggi non è ancora chiaro come svolgere le assemblee e così, al di la delle intenzioni, senza il sì dei condòmini tutto è bloccato. Si è ipotizzato di svolgere le riunioni in modalità telematica, ma in questo momento ci sono difficoltà oggettive che speriamo si possano risolvere nel più breve tempo possibile”.