ECOBONUS IN CONDOMINIO: LA COMMISSIONE BILANCIO APRE ALLA CESSIONE DEL CREDITO ALLE BANCHE
[A cura di: Rete Irene]
I beneficiari degli incentivi che si trovano nella no tax area (cioè chi ha un reddito annuo inferiore a circa 8 mila euro) avranno la possibilità di cedere le proprie detrazioni non solo ai fornitori o ad altri soggetti privati, ma anche alle banche e agli intermediari finanziari. Questa facoltà riguarda gli interventi di riqualificazione energetica delle parti comuni condominiali (non quelli per la riduzione del rischio sismico) e si aggiunge alla nuova modalità di cessione riservata a tutti i beneficiari del cosiddetto ecobonus per condomini che, però, non può essere rivolta ai soggetti finanziari. Proprio quest’ultima fondamentale possibilità sarebbe stata cancellata se fosse stato approvato l’emendamento che inizialmente era stato presentato, che avrebbe abrogato la più grande conquista concettuale ottenuta solo pochi mesi fa, con l’ultima legge di bilancio: la garanzia che, per gli interventi di riqualificazione energetica condominiale più virtuosi (quelli che godono della detrazione del 70-75%) e per quelli di miglioramento sismico delle parti comuni condominiali (75-85%), le detrazioni possono essere fruite a prescindere dalla propria condizione fiscale, attraverso la cessione ad altri soggetti capienti.
Contro questo rischio si era indirizzata una vasta campagna di sensibilizzazione di Rete Irene, che ha evidenziato pubblicamente le gravi conseguenze di una modifica che, se pur finalizzata ad agevolare i contribuenti più sfavoriti, avrebbe peggiorato la fruibilità degli incentivi per la maggioranza dei condòmini appartenenti alla classe media e avrebbe finito per ostacolare, anziché favorire, le decisioni condominiali. È interessante quanto evidenziato dall’onorevole Antonio Misiani, che si è adoperato per migliorare l’emendamento: in riferimento alla cessione operata dai capienti “sotto il profilo finanziario, non c’è alcuna differenza tra l’utilizzo del bonus come detrazione in dichiarazione dei redditi ovvero mediante la cessione del credito”.
Il provvedimento che risulta dalla modifica approvata appare un po’ macchinoso, in quanto suddivide i condòmini in due categorie distinte per le quali valgono regole diverse e che richiederanno soluzioni operative differenziate. “Il sistema presenta ancora margini di miglioramento che continueremo a promuovere e che potrebbero ancora essere adottati, soprattutto per indirizzare le scelte dei condòmini verso i modelli di riqualificazione più integrati e profondi – ha affermato Virginio Trivella, coordinatore del Comitato tecnico scientifico di Rete Irene -. Abbiamo presentato una serie articolata di suggerimenti, ma si deve riconoscere che la modifica approvata rappresenta una novità importante: l’incrinazione del tabù della cessione alle banche, sia pure in misura limitata ai soli beneficiari appartenenti alla no tax area e per un limitato tipo di interventi, che però sono quelli che i condomini fanno più fatica a deliberare”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Manuel Castaldi (nella foto), presidente di Rete Irene: “Quello compiuto dalla Commissione Bilancio è un passo giusto verso un sistema di incentivazione equo ed efficace, utile per innescare l’avvio della trasformazione del patrimonio immobiliare costruito e di dare una risposta seria ai problemi dello spreco di energia e delle emissioni inquinanti e climalteranti. Attendiamo fiduciosi il passaggio in Aula e, subito dopo, il provvedimento dell’Agenzia delle entrate necessario per sbloccare le iniziative”.