Non si arresta l’azione di Cna Installazione Impianti contro l’articolo 10 del Decreto Crescita convertito in legge: quello, cioè, inerente lo sconto immediato in fattura in cambio della cessione del credito sui lavori di riqualificazione energetica oggetto di Ecobonus.
La nuova iniziativa messa in campo dalla Confederazione consiste in un appello on line a deputati e senatori sulla piattaforma change.org per ottenere dal Parlamento l’abrogazione dell’articolo. Nell’appello si ripercorre la “storia” del provvedimento, se ne sottolineano le incongruenze ed i gravi effetti che sta già avendo sull’intero settore della riqualificazione energetica, si fa riferimento ai ricorsi all’Antitrust ed alla Commissione europea che 64 imprese associate alla CNA hanno avanzato sottolineando infine come questo provvedimento “abbia relegato le piccole imprese del settore ad essere il vaso di coccio tra i due vasi di ferro costituiti dai clienti, che pretendono lo sconto minacciando di rivolgersi ad altri qualora non dovessero ottenerlo, e dai fornitori che, addirittura in sede di preventivo, specificano che non accetteranno alcuna cessione di crediti fiscali. Il tutto, a vantaggio di chi ha rilevanti crediti di imposta da compensare; multiutilities e gli ex monopolisti del settore dell’energia che sembrano essere gli unici beneficiari reali di quanto disposto dall’ art. 10”.
L’appello si conclude con una esplicita richiesta ai parlamentari affinché si attivino per giungere all’abrogazione di un provvedimento che non porterà alcun tipo di crescita, ma che consegnerà un intero settore, o quel che ne resterà, nelle mani di pochi grandi operatori economici.
“Chiediamo agli imprenditori del settore di far sentire la loro voce – ha commentato Carmine Battipaglia, presidente di CNA Installazione Impianti – e di firmare la petizione on line per dare più forza alla nostra azione di contrasto ai nefasti effetti dell’articolo 10. Non si tratta di introdurre piccole e marginali modifiche ad una norma dannosa per l’intero settore della riqualificazione energetica, ma di abrogarla tout court perché illegittima in quanto viola il diritto comunitario e nazionale della concorrenza”.