La ristrutturazione degli edifici è uno degli elementi cardine per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica fissati dall’Unione europea verso il raggiungimento dell’obiettivo zero emissioni al 2050.
Lo Studio “Building renovation: where circular economy and climate meet”, pubblicato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente, sottolinea che in questo processo i principi dell’economia circolare possono giocare un ruolo fondamentale e aumentare i benefici della ristrutturazione degli edifici. Il rapporto spiega infatti che, fino al 2050, l’economia circolare può ridurre in modo sensibile l’uso di materiali contribuendo a limitare in modo significativo le emissioni di CO2 incorporate negli edifici europei.
Gli edifici consumano infatti molte risorse materiali ed energetiche. Le emissioni incorporate, rilasciate dall’estrazione delle risorse naturali e dalla loro trasformazione in materiali da costruzione, rappresentano quasi un quarto delle emissioni del ciclo di vita dell’attuale parco edilizio dell’UE. Lo studio dell’Agenzia analizza i vantaggi dell’utilizzo dei principi dell’economia circolare nell’ambito del programma Europe’s Renovation Wave, che prevede il riciclo e il riutilizzo in modo efficiente di materiali e rifiuti.
Le azioni di ristrutturazione circolare più efficaci per risparmiare sulle emissioni di CO2 e sull’uso di materiali comportano una maggior durata di vita degli edifici esistenti, attraverso interventi di riqualificazione e retrofitting anziché demolizioni, oltre all’utilizzo degli edifici in modo più efficiente, ad esempio rendendo gli spazi multifunzionali. Queste azioni ridurrebbero la domanda di nuove costruzioni, che richiedono quantità di materiali decisamente più consistenti rispetto alle ristrutturazioni.
Inoltre, nell’ottica della ristrutturazione del patrimonio edilizio dell’Unione Europea, l’utilizzo di materiali riciclati o progettati per essere disassemblati, può ridurre di circa 650 milioni le tonnellate di materiali, con un notevole risparmio di emissioni di CO2.