“Ci vuole un ravvedimento operoso da parte della maggioranza delle forze politiche per fare in modo che il disegno di legge sulle demolizioni promosso dal senatore Falanga non ottenga un voto favorevole anche alla Camera. Il provvedimento che si rischia di varare è di fatto un condono mascherato, un pastrocchio irricevibile che riporta di decenni indietro l’orologio della lotta agli illeciti in ambito edilizio: il concetto di abuso di necessità, intorno al quale ruota tutta la legge, non è solo contrario al buon senso e alla logica, ma rappresenta l’ennesimo affronto alla legalità di cui il Paese non ha certo bisogno”. Parole dure ma comprensibili, tanto più guardando al recente passato, quelle pronunciate dall’ingegner Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma e presidente di Sogeea SpA.
Come rimarca il docente, “non è in questo modo che possono essere colmate le lacune giuridiche e procedurali sul fronte degli abbattimenti presenti nel nostro ordinamento. Si dice di voler colpire la grande speculazione, il malaffare delle organizzazioni criminali, ma in realtà si strizza l’occhio al consenso, promettendo di fatto impunità a pioggia. Ancora una volta viene sancito che in Italia fare le cose rispettando le leggi e la civile convivenza non paghi e comunque non sia necessario, perché poi c’è sempre la possibilità di mettersi a posto in qualche modo o di evitare comunque le sanzioni. Il tutto, tra l’altro, mentre chi affronta il nodo delle demolizioni in modo serio e rigoroso, come accaduto a Licata, viene contestato, isolato, minacciato”.
“Il disegno di legge in esame – prosegue Simoncini – desta notevoli perplessità anche sotto il profilo dell’attuazione, oltre che dello spirito: proporre uno stanziamento di appena dieci milioni l’anno da qui al 2020 non ha molto senso, visto che mediamente una demolizione costa diverse decine di migliaia di euro. Delegare gli abbattimenti ai prefetti, poi, non serve a molto se le segnalazioni degli abusi arriveranno comunque dai sindaci, solitamente assai restii a muoversi su di un terreno molto scivoloso dal punto di vista elettorale”.